Boes e Merdules
Quello di Ottana, uno dei più noti, autentici e affascinati carnevali della Sardegna, ha tre protagonisti principali: sos Boes, i buoi, ricoperti di campanacci e pelli di pecora e tenuti dalle redini da sos Merdùles, uomini col viso coperto da atroci maschere nere, e infine Sa Filonzana (o “Sa ilonzana”), una spaventosa e misteriosa vecchia che fila la lana. Il “Carrasegare de Otzana”, come gli altri carnevali sardi, affonda le sue radici nel mondo sardo arcaico e mette in scena i momenti più importanti della vita agro-pastorale.
Mamuthones e Issohadores
Probabilmente quello di Mamoiada, paese al centro della Barbagia, è il carnevale sardo più noto anche fuori dalla Sardegna. I protagonisti assoluti sono le maschere dei Mamuthones e degli Issohadores. I primi indossano le famosissime maschere nere di legno, pelli ovine sul corpo e soprattutto pesanti campanacci sulla schiena, che agitano seguendo dei precisi passi di danza. Gli Issohadores hanno un aspetto più umano, portano giubbe rosse e pantaloni bianchi. I due gruppi portano avanti una vera e propria cerimonia, tanto affascinante quanto misteriosa, che affonda le sue radici nella lontana cultura sarda agro-pastorale e nei riti legati ai culti dionisiaci.
Sos Tumbarinos
Sos tumbarinos sono i tamburini che nei giorni del Carnevale animano le strade di Gavoi, paese nel cuore della Barbagia, suonando all’impazzata sui tamburi costruiti a mano con pelli di pecora e capra. Il vero protagonista di questo carnevale infatti è proprio il suono, “su Sonu”. I tamburi di Sos tumbarinos sono accompagnati da “su pipiolu” (il piffero), “su triangulu” (il triangolo)” e “su tumborro”, una serraggia, strumento a corda realizzata con una vescica di animale. Il carnevale di Gavoi, che ha probabilmente origine dagli antichi riti dionisiaci, inizia dal giovedì grasso fino all’alba del mercoledì successivo. La notte del martedì grasso si dà addio alla festa bruciando su un rogo Zizzarone, il fantoccio del re del carnevale
Sos Thurpos e S’Eritaju
Sos Thurpos sono le maschere tipiche del carnevale di Orotelli. Hanno il viso dipinto di nero con gli occhi coperti dal cappuccio di un lungo pastrano di orbace detto su “gabbanu”. Sos thurpos rappresentano diversi personaggi della tradizione contadina. Alcuni di loro sono aggiogati come buoi e portano a tracolla dei campanacci per allontanare gli spiriti maligni. La sfilata del carnevale viene movimentata dai thurpos che con una corda tentano di catturare qualche preda tra il pubblico.
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