Questo blog nasce con l'intento di arricchire le attività didattiche e i progetti educativi, ma anche di raccogliere materiale sperimentato in classe ritenuto efficace per coinvolgere gli alunni e tutti voi che visitate il nostro blog.
Canzone tabelline
sabato 31 gennaio 2009
Informazioni
La donnola (Mustela nivalis buccamela), lunga in media 30 cm, compresi i circa 4 cm della coda, ha un corpo flessuoso coperto per tutto l'anno da pelo raso, morbido, di colore fulvo sul dorso e biancastro sul ventre, simile al mantello estivo dell'ermellino. Le zampe sono corte, robuste e munite di unghie aguzze e taglienti. La coda, corta rispetto al corpo, si assottiglia gradatamente dalla radice all'estremità e a differenza dell'ermellino non è mai nera alla punta. Le orecchie sono larghe e arrotondate.
E' un animale coraggiosissimo e non sono rari i casi in cui aggredisce l'uomo, staccandosi da lui solo dopo una lotta molto prolungata. A volte addenta le gambe dei cavalli che passano accanto al suo rifugio.La donnola è molto agile sia nel correre che nell'arrampicarsi e nel nuotare.L'unico rapace in grado di catturarla senza timore è l'astore.
Può vivere fino ai 10 anni.
La donnola si fa la tana nei mucchi di pietre, nelle vecchie muraglie diroccate, in buche scavate lungo le sponde dei fiumi, nelle gallerie di altri animali e, durante l'inverno, pure nelle capanne, nelle stalle e nelle tettoie.
Si muove prevalentemente di notte e ricerca topi, talpe, conigli, lepri, uccelli, piccioni e gallinacei che assale mordendoli con i suoi forti canini. Talvolta si ciba di lucertole, orbettini, bisce d'acqua, rane e pesci. Se non viene disturbata si reca a caccia anche durante le ore diurne.Riproduzione
Le donnole si accoppiano da marzo ad aprile, ma può avere luogo in qualsiasi mese dell'anno, e così le nascite, le quali avvengono dopo una gestazione di cinque settimane. Vengono alla luce da 4 a 7 piccoli per volta, con gli occhi ancora chiusi in una soffice tana ricoperta di penne, peli e fieno dove vengono curati amorevolmente dalla madre che li allatta per 8 settimane. Durante questo periodo, ed anche successivamente, ha luogo l’addestramento, durante il quale la femmina difende strenuamente i suoi piccoli, che diventano indipendenti all’età di 3 mesi.
Poesia
martedì 27 gennaio 2009
Per non dimenticare
Poesia per la Giornata della Memoria
AUSCHWITZ
son morto con altri cento
passato per il camino
e ora sono nel vento
Ad Auschiwitz c’era la neve
il fumo saliva lento
nei campi tante persone
che ora sono nel vento.
Nei campi tante persone
ma un solo grande silenzio
che strano, non ho imparato
a sorridere qui nel vento.
Io chiedo come può un uomo
uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni
in polvere qui nel vento.
Ancora tuona il cannone
ancora non è contenta
di sangue la bestia umana
e ancora ci porta il vento.
Io chiedo quando sarà
che un uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare
e il vento si poserà.
Francesco Guccini
Shoah - Giornata della Memoria
" La Giornata della Memoria" è stata istituita dal Parlamento Italiano nel 2000 per ricordare le vittime delle persecuzioni fasciste e naziste degli ebrei, degli oppositori politici, di gruppi etnici e religiosi dichiarati da Hitler indegni di vivere. La data prescelta è quella dell' anniversario della liberazione del campo di sterminio nazista di Auschwitz (vicino a Cracovia in Polonia) avvenuta ad opera delle avanguardie della Prima Armata dell' Armata Rossa il 27 gennaio 1945.
Gli ebrei deportati dall' Italia e dal Dodecaneso furono 8.566, di cui 5.557 morirono di stenti o nelle camere a gas.
Mai nella storia dell' umanità vi era stata una catastrofe di tale portata provocata da esseri umanità.
La Legge n.211 del 2000 sansisce:
1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Art. 2.
1. In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere.
domenica 25 gennaio 2009
Fauna del Parco del Gennargentu e di Orosei
La lepre sarda si può incontrare su gran parte del territorio isolano. Le sue dimensioni (lunghezza del corpo 39-51 cm, peso kg. 1,5-2,5) sono di poco superiori a quelle del coniglio, da cui si differenzia per le orecchie e le zampe posteriori più lunghe e per la colorazione del mantello. La testa è più allungata rispetto a quella del coniglio, gli occhi sono grandi e sporgenti, con la pupilla rotonda. Le estremità delle orecchie hanno una fascia di colore bruno scuro. Il mantello è di colore variabile a seconda delle zone, tendente per lo più al marrone-giallastro, più o meno fulvo, con una forte mescolanza di sfumature nere. Il suo habitat preferenziale è la macchia mediterranea non molto fitta e con radure. La si riscontra anche nei pascoli e nelle zone aperte di campagna, nonché in prossimità di ambienti salmastri e lagune. Può essere considerata un erbivoro generalista e "frugale": si nutre di germogli, radici, tuberi, cortecce, frutti, etc. Predilige, comunque, vegetali freschi e succosi. La sua attività è prevalentemente crepuscolare e notturna; durante il giorno trova riparo in piccoli avallamenti che scava nel terreno tra l'erba alta, in prossimità di qualche roccia o cespuglio. Di abitudini solitarie e molto elusiva, si sposta a balzi e quando fugge è capace di raggiungere velocità elevate.
I Babilonesi
Il codice di Hammurabi
Hammurabi fu il re di Babilonesi. Regnò dal 1792 al 1750 a.C. e estese l'impero dal golfo Persico, attraverso la valle del Tigri e dell'Eufrate, sino alle coste del mar Mediterraneo. Fece di Babilonia la capitale del regno e, dopo aver consolidato le sue conquiste, si preoccupò di difendere le frontiere e di garantire la prosperità all'interno dell'impero. Fu abile amministratore e valoroso guerriero. Viene ricordato soprattutto per il suo codice: un corpus di leggi iscritto su una stele cilindrica in diorite, rinvenuta a Susa, (Iraq) nell'inverno del 1901-1902 , per opera di una spedizione archeologica francese, condotta dal De Morgan.
Il blocco si presentava rotto in tre parti, in seguito è stato restaurato ed è ora conservato nella sala n°106 del Museo del Louvre a Parigi.
Prima di essere creato, in Mesopotamia l’amministrazione della giustizia si basava su una serie di norme tramandate oralmente e consolidate dall’uso. Quando qualche sovrano si discostava dalla tradizione o si trovava a pronunciare sentenze su materie per le quali non esistevano norme certe, le sue decisioni venivano ricordate per iscritto, in modo da far testo per il futuro. Verso la fine del suo regno Hammurabi volle che i suoi regali giudizi fossero incisi su stele alte più di due metri (sedici colonne da un lato della stele e 28 dall’altro), da esporre nei templi.
In cima alla stele ritrovata, un rilievo raffigura il re in piedi di fronte a Shamash, dio della giustizia, seduto in trono. Il resto della stele è coperto da caratteri cuneiformi. Il testo incomincia con un prologo nel quale Hammurabi si vanta di essere stato chiamato dagli dei “a distruggere le forze del male, affinchè il potente non opprimesse il debole”. Segue poi il corpus delle leggi vero e proprio, consistente in 282 singoli articoli senza ordine sistematico, relativi al diritto penale, civile, commerciale e non contiene norme sulla religione.
Dalle stele si ricava che la società babilonese era divisa in tre classi, uomini liberi (i nobili), semi liberi (i dipendenti del palazzo e i subordinati in genere) e gli schiavi .
Il Codice di Hammurabi condannava facilmente a morte, ed indicava anche il tipo di morte nel quale si incorreva: si poteva infatti essere bruciati, annegati, impalati a seconda del delitto commesso, anche indipendentemente dalle intenzioni che avevano portato il colpevole alla trasgressione, e se si trattava di una vittima nobile, si applicava la legge del taglione, (Se un architetto ha costruito una casa di un nobile, uomo libero, ma non ha fatto un lavoro solido, e la casa che ha costruito è crollata causando la morte del proprietario, questo architetto sarà ucciso. Se ha causato la morte del figlio del proprietario, si ucciderà il figlio di questo architetto..)
Non era un codice equo, in quanto la gravità della colpa e della pena inflitta dipendeva dalla classe sociale a cui appartenevano il colpevole e la vittima: lo schiavo aveva minor valore del nobile ed era soggetto a pene più dure per i medesimi reati.
Non si deve però pensare che il CODICE di HAMMURABI sia stato scritto solo per infliggere pene ai colpevoli, ma analizzando l’insieme delle sue leggi c’è molto di più. Si tratta di oltre 200 articoli che possono essere confrontati con molti problemi giuridici del nostro vivere quotidiano.
Le prime leggi riguardano la disciplina del processo, cui seguono le leggi sul diritto di proprietà, sui prestiti, sui depositi, sulle obbligazioni, sulla proprietà domestica, sul diritto di famiglia.
sabato 24 gennaio 2009
Storia di Carnevale
RE CARNEVALE
Re Carnevale era forte e potente, governava un vasto regno con saggezza e somma giustizia. Le porte del suo palazzo erano sempre aperte e chiunque poteva entrare nelle cucine della reggia, fornite di cibi prelibati, e saziarsi a volontà. Ma i sudditi,invece di rallegrarsi di avere un sovrano così generoso, approfittarono del suo buon cuore e a poco a poco si presero tanta confidenza, da costringere il povero re a non uscire più dal suo palazzo per non essere fatto oggetto di beffe ed insulti. Egli allora,si ritirò in cucina e lì rimase nascosto,mangiando e bevendo in continuazione. Ma un brutto giorno,era sabato, dopo essersi abbuffato più del solito,cominciò a sentirsi male.Grasso come un pallone,il volto paonazzo ed il ventre gonfio, capì che stava per morire; la sua ingordigia lo aveva rovinato. Tutto sommato era felice per la vita allegra che aveva condotto, ma non voleva andarsene così, solo, abbandonato da tutti, proprio lui, il potente Re Carnevale. si ricordò allora di avere una sorella, una bella donnina fragile, snella e un pò delicata, ( eh sì era davvero diversa quella sorella di nome Quaresima!) che lui, un giorno, aveva cacciato di corte. La mandò a chiamare e lei, generosa, accorse; gli promise di assisterlo e farlo vivere altri tre giorni, domenica, lunedì e martedì, ma in cambio pretese di essere l'erede del regno. Re Carnevale accettò e passò gli ultimi tre giorni della sua vita divertendosi il più possibile. Morì la sera del martedì e sul trono, come precedentemente avevano stabilito, salì Quaresima; prese in mano le redini del regno e governò il popolo con leggi dure e severe, ma in fondo benefiche.
giovedì 22 gennaio 2009
Lavoro fatto dai bambini di 4^ di Zinnias
domenica 18 gennaio 2009
Disegni mascherine
Storia del Carnevale
Si conclude il giorno di martedì grasso, che precede il mercoledì delle ceneri, primo giorno di quaresima.
Il nome deriva probabilmente dal latino medievale carne levare, cioè "togliere la carne" dalla dieta quotidiana, in osservanza del divieto nella religione cattolica di mangiare la carne durante i quaranta giorni di quaresima.
L'inizio del Carnevale varia da paese a paese, ma generalmente viene festeggiato nelle due settimane che precedono le ceneri.
I festeggiamenti nel periodo del Carnevale hanno un'origine molto lontana, probabilmente nelle feste religiose pagane, in cui si faceva uso delle maschere per allontanare gli spiriti maligni.
Con il cristianesimo questi riti persero il carattere magico e rituale e rimasero semplicemente come forme di divertimento popolare.
Durante il Medioevo e il Rinascimento i festeggiamenti in occasione del Carnevale furono introdotti anche nelle corti europee ed assunsero forme più raffinate, legate anche al teatro, alla danza e alla musica.
Oggi il Carnevale rappresenta un'occasione di divertimento e si esprime attraverso il travestimento, le sfilate mascherate, le feste.
venerdì 16 gennaio 2009
Festa di sant'Antonio Abate
Il giorno successivo comincia una serie di festeggiamenti che prosegue poi per tutto il periodo di Carnevale, di cui il 17 gennaio, giorno dedicato a Sant’Antonio, segna l’inizio.
Ma anche l' Ogliastra si prepara a festeggiare Sant' Antonio Abate, il santo eremita nato sulle rive del Nilo, considerato il patrono del fuoco e il protettore dagli incendi. Da oggi e domani in tanti paesi ( Girasole, Villanova Strisaili, Urzulei, Lanusei, Gairo) si rinnoverà il consueto rito del grande falò purificatore, dedicati al Santo che secondo la leggenda rubò il fuoco dall' inferno per donarlo all' umanità.
E' usanza che una volta che le fiamme dei falò lasciano posto ai piccoli cumuli di carbone, sporcarsi la faccia con la cenere; gestualità oltre che giocosa considerata di buon auspicio.
mercoledì 14 gennaio 2009
I nomi primitivi e i nomi alterati
I nomi primitivi sono nomi costituiti solo dalla radice e dalla desinenza.
Es. Pan-e Pan = radice
e = desinenza
Fior-e fior = radice
e = desinenza
I nomi alterati indicano una qualità del nome da cui derivano, senza modificarne il significato. Si ottengono unendo alla radice particolari suffissi:
Ø -ino, -icino, - iciello DIMINUTIVI
es. gatt-ino un piccolo gatto
Ø -etto, -uccio, -ello, -uzzo VEZZEGGIATIVI
es. gatt-uccio un gatto grazioso
Ø -one ACCRESCITIVI
es. gatt-one un gatto grande
Ø -accio, -astro, -iciattolo, -ucolo DISPREGIATIVI
es. gatt-accio un gatto brutto
RICORDA
Gatt – o NOME PRIMITIVO
gatt-ino
gatt-uccio NOMI ALTERATI
gatt-one
gatt-accio
http://space.cinet.it/cinetclub/Emmegi/matematica/altrematerie/alterati-primitivi.htm