Nel presepe storico si cerca di ricostruire fedelmente il paesaggio, le abitazioni, i costumi dell’ ambiente Palestinese di 2000 anni fa.
La Palestina è formata da montagne brulle. Il paesaggio è punteggiato da ulivi, cipressi, fichi d’India. Nei giardini costruiti a terrazze vi sono anche viti. Il suolo è ricco di cespugli e splendidi fiori. La Palestina è povera d’ acqua.
Le case erano ad un solo piano, una scala esterna immetteva nell’abitazione. Avevano poche finestre, le porte basse ed era necessario chinarsi per entrare. Dalle terrazze emergevano abitualmente una o più cupole di forma semisferica. La facciata mancava completamente di cornicioni e di frequente le case immettevano in una sorta di cortile in comune, dove gli abitanti trascorrevano la maggior parte del giorno.
Addossati ai muri delle case si costruivano tettoie che venivano utilizzate come stalle, depositi di legna.
Le case non hanno colori vistosi. Predomina il bianco. Alla fine di ottobre in Palestina comincia generalmente la stagione delle piogge e dappertutto germoglia la vita . Nel presepe ci sarà del verde anche in piacevole contrasto col candore della neve, perché anche in Palestina nei mesi di gennaio e febbraio nevica.
Gli uomini del popolo indossavano una lunga veste con maniche dal colore marrone scuro intercalato da righe chiare, stretta ai fianchi da una fascia di differente colore annodata. Portavano sopra una veste di dimensioni uguali, aperta sul davanti, ma priva di maniche, anche questa in armonia con quella sotto . Sulla testa un quadrato di stoffa bianca o colorata, stretta alle tempie da cordelline . I più portavano un lungo bastone e ai piedi dei calzari di cuoio con cinghie. Le donne indossavano una veste lunga, a righe intercalate dai colori bianco marrone, avorio, nero. Portavano ai fianchi uno scialle annodato sul ventre, sul capo un panno bianco scendeva di poco sulle spalle. I ricchi indossavano vestiti sfarzosi.
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