Canzone tabelline

giovedì 28 gennaio 2010

L'Iliade di Omero

Canto 2 ( Letto da Alessandro)
Per esaudire la preghiera di Teti, Zeus invia ad Agamennone un falso sogno che lo induca ad attaccare i Troiani,così,nel colmo della guerra,i Greci avvertiranno la mancanza di Achille e rimpiangeranno di averlo offeso. Convocata l’assemblea dei capi,l’Atride narra il sogno ed espone i suoi proposti, rivelando inoltre l’intenzione di annunciare all’esercito, prima del combattimento, di volersi ritirare, per saggiarne lo spirito. A questa notizia tutti i Greci esultano e sarebbero già pronti ad imbarcarsi, se non intervenisse Era che spinge Atena a trattenerli. La dea si rivolge a Ulisse, che, riluttante a rinunciare la guerra, accoglie il suo invito cercando di persuadere i Greci ,a non interrompere l’assedio. Viene dunque nuovamente convocata l’assemblea, nella quale solo Tersite, storpio e di animo spregevole, contesta la decisione di continuare la guerra; l’intervento deciso di Odisseo, che lo percuote con lo scettro, lo costringe a tacere e ad adeguarsi. In seguito Ulisse e Nestore esortano gli Achei a prepararsi alla battaglia, ricordando i felici presagi che avevano accompagnato l’inizio della spedizione. Nestore, dopo i sacrifici rituali, invita Agamennone a schierare l’esercito. Iride, messaggera divina, si reca,sotto le spoglie di Polite, all’assemblea dei Troiani per informare Ettore dei preparativi nemici ed esortarlo al contrattacco. Il libro si chiude con un sintetico elenco delle forze troiane e alleate.

La Guerra di Troia


Nella mitologia greca, la guerra di Troia è narrata come una guerra combattuta tra gli achei e la potente città di Troia per il controllo dell'Ellesponto.
Secondo la tradizione della mitologia greca, il conflitto ebbe inizio a causa del rapimento di Elena, la regina di Sparta, ritenuta la donna più bella del mondo, da parte di Paride, principe troiano. Il marito di Elena, Menelao, grazie all'aiuto del fratello Agamennone radunò un incredibile esercito, formato dai maggiori comandanti dei regni greci e dai loro sudditi, muovendo così guerra contro Troia. Il conflitto durò all'incirca 10 anni, con gravi perdite da ambo i lati. Fra le vittime più celebri l'invincibile Achille, principe di Ftia, ed Ettore, figlio del re Priamo e campione della resistenza troiana. La città venne infine conquistata e distrutta; ma l'Iliade finisce in verità con la cerimonia funebre per Ettore figlio di Priamo e con la cremazione del corpo e la raccolta delle ossa in un'urna d'oro.
Gli eventi del conflitto sono narrati principalmente nell'Iliade di Omero (benché questi narri solo avvenimenti accaduti nel decimo anno di guerra), unica opera a noi pervenuta. La distruzione di Troia è invece narrata nel secondo libro dell'Eneide di Virgilio.

L'Iliade di Omero

Canto 1 ( Letto da Salvatore)
Crise, sacerdote del dio Apollo, va da Agamennone con un ricco riscatto per farsi ridare indietro la figlia Criseide, che il potente re acheo teneva con sé come sua concubina; ma l'Atride, indignato dalla sfrontatezza di quel vecchio, lo tratta male e ingiuriandolo rifiuta la sua offerta, ordinandogli poi di allontanarsi e di non farsi vedere mai più presso il suo campo e le sue navi. Il sacerdote adirato, scongiura allora Apollo di dare una lezione a tutti gli Achei, per punirli del grave affronto che si è visto costretto a subire per l'arroganza di Agamennone. Il dio l'ode e, infuriatosi per il maltrattamento di un suo sacerdote, discende in fretta dall'Olimpo e comincia a colpire gli uomini presso le navi achee con l'infallibile mira del suo arco d'argento e dei suoi dardi avvelenati, gettando una nera pestilenza su tutto l'accampamento dei Danai. Al decimo giorno dell'ecatombe Achille indice un'assemblea di tutti gli Achei per discutere dell'emergenza, e interpella Calcante, un vate, di dirgli perché Apollo si è tanto adirato con gli Achei. L'indovino spiega allora che il motivo è stato il maltrattamento del sacerdote di Apollo Crise da parte di Agamennone: questi se la prende con Calcante, accusandolo di dargli sempre e solo vaticini funesti riguardo le sue imprese, ma Achille interviene e dopo un breve scambio di parole tra i due nasce subito un attrito e comincia un vero e proprio litigio. Alla fine, dopo molti insulti e ingiuriose parole, l'Atride acconsente per logica a lasciar andare Criseide, ma per non restare senza una donna come dono decide di prendere quella del Pelide, Briseide. Achille se ne duole e irato nell’animo sfodera la sua daga e fa per lanciarla contro Agamennone, ma Atena, inviata da Era, che ha a cuore tutti e due gli eroi, lo afferra per i capelli appena in tempo e lo fa ragionare, dicendogli che un giorno molto vicino per fare ammenda a quella grave offesa gli avrebbero offerto doni tre volte superiori al maltolto. Achille, seppur a malincuore, obbedisce e, rinfoderata la spada, offende pesantemente Agamennone, annunciando inoltre che finché non gli avesse riparato quel torto, lui non avrebbe combattuto più al suo fianco, e che allora si sarebbe presto pentito, quando Ettore avrebbe fatto strage di Achei e lui sarebbe stato costretto ad assistervi, debole e impotente, lacerato nel cuore dal dolore. Dopo di che la seduta è sciolta e Agamennone dà ordine che Odisseo riporti Criseide dal padre, mentre ordina a due dei suoi araldi di andare a prendere Briseide nella tenda del Pelide e di portarla nella sua. I due, seppur a malincuore, compiono l’operazione, e Achille, vedendo che la sua donna viene condotta via a forza, scoppia a piangere e invoca la madre Teti, che accorre dalle profondità degli abissi dove dimora per consolare il figlio, che le fa un breve sunto della vicenda e le chiede di andare da Zeus perché gli venga reso l’onore dovuto. La madre si duole delle pene del figlio e gli promette che quando gli dei torneranno all’Olimpo da presso gli Etiopi, verso l’Oceano, dove erano andati per pranzo, lei andrà direttamente da Zeus e lo pregherà di esaudire la sua preghiera. Intanto parte la spedizione di Odisseo presso Crise, per riportargli la figlia; dopo molti sacrifici per deliziare e placare il dio Apollo, banchetteranno fino a sera con le carni dei sacrifici, e Crise, rasserenato nell’animo dal ritorno della figlia, pregherà il dio di cessare la sua strage sui Danai. Nel frattempo, dopo dodici giorni, gli dei sono finalmente tornati all’Olimpo e Teti, memore della promessa fatta al figlio, sale su fino al signore dei numi e dei mortali e, cingendogli le ginocchia, lo prega di dare vittoria ai Troiani fino a quando gli Achei non avessero fatto ammenda al torto subito da suo figlio e non gli avessero reso il giusto onore. Il dio della folgore, seppur a malincuore, acconsente, ma sua moglie, Era, che ha cara la sorte degli Achei, ha visto tutto e chiede irata al marito quali piani abbia mai ordito con Teti alle sue spalle. Il dio tuttavia la mette a tacere con brusche parole e il banchetto pare prender e una piega infelice, ma interviene Efesto che riporta la serenità tra i numi e placa il litigio.

28 gennaio compleanno di Salvatore


domenica 24 gennaio 2010

Le espansioni indirette


Complementi indiretti


I complementi indiretti servono per aggiungere ulteriori informazioni al significato della proposizione. Si dividono in due categorie:

Complementi indiretti nominali

quando sono sintatticamente dipendenti da un nome o pronome. In questa categoria troviamo il complemento di specificazione e il complemento di materia, e seno introdotti dalla preposizione di.

complemento di specificazione risponde alla domanda di chi? / di che cosa?).

ES. Ho piantato una pianta ( di che cosa?) di pesco.

Il cane (di chi?) di Gabriella è bianco.

complemento di materia: è simile al complemento di specificazione, ed indica di che cosa è fatto un oggetto risponde alla domanda di quale materia?

Es. questo è un tavolo di metallo; vive in una casa di mattoni.

complementi indiretti verbali:

In questa categoria troviamo tutti gli altri complementi indiretti, ed sono quasi sempre introdotti da una preposizione. I più comuni sono:

complemento di termine

complemento di luogo

complemento di tempo

complemento di mezzo

complemento di modo

complemento di causa

complemento di compagnia

complemento di agente

Complemento di termine: indica la persona, essere, o cosa su cui termina l'azione espressa dal predicato; risponda alla domanda a chi? a che cosa?

Es. la lettera fu spedita a Luisa; ho fatto un regalo a Giorgio


Complemento di luogo

stato in luogo: esprime dove, nello spazio, si trova un essere o una cosa, risponde alla domanda, dove? in quale luogo?

Es. abito a Roma; resto in casa; la pizzeria si trova in via Garibaldi

moto a luogo: il luogo vero cui ci si muove, anche in senso figurato

Es. vado a Palermo; parto per la villeggiatura; più tardi verrò da te; giunse alla disperazione

moto da luogo: indica da dove ci si muove, anche in senso figurato

Es. vengo da Napoli; sono uscito di casa presto; ti vedo al ritorno dall'estero; sono reduce da una brutta esperienza

moto per luogo: indica un luogo reale o figurato attraverso cui ci si muove:

Es. Mentre tornavo a casa,sono passato per via Corsini; prendemmo la via attraverso i campi; questi ricordi mi passano per la mente

Complemento di tempo: esprime il tempo dell'azione o condizione espressa dal predicato, risponde alla domanda quando?

tempo determinato: mi sveglio ogni mattina alle sette; vado alla festa di pomeriggio

tempo continuato: lo conosco da un mese; ti aspetto fino alle cinque, ho studiato per due ore

Complemento di mezzo: indica l'essere o la cosa per mezzo di cui avviene o si fa qualcosa, risponde alle domande per mezzo di chi? Di che cosa?

Es. andrò in Italia in aereo; andiamo in macchina; con il tuo aiuto posso completare il progetto

complemento di modo: esprime in che modo avviene qualcosa, risponde alla domanda come?

Es. non lo faccio di buona volontà; ha studiato con diligenza; la neve cadeva con forza

complemento di causa: indica il motivo per cui si fa o avviene qualcosa, risponde alla domanda perché?

Es. on esco per il maltempo; piange di gioia; muore di fame

complemento di compagnia: indica con chi o con cui si è o si fa qualcosa

Es. sono uscito con l'ombrello perché piove; andò dalla fidanzata con un mazzo di rose; andiamo in l'Italia con gli amici

Espansione diretta

Il complemento oggetto

Il complemento oggetto è un'espansione diretta perché si collega direttamente al verbo, senza bisogno di preposizioni. Il complemento oggetto è il complemento diretto che segue i verbi transitivi e che risponde alle domande chi? che cosa? Es. Lidia accarezza ( chi?) il gatto.
Io acquisterò ( che cosa?) una bicicletta.


Attento!
  • Il complemento oggetto può essere costituito anche dai pronomi personali ( me, mi, te, ti, lui, lei, voi, vi, loro....).
Es. Io ti aiuterò = Io aiuterò ( chi?) te.

  • Il complemento oggetto non è introdotto da preposizioni, ma a volte può essere preceduto dagli articoli partitivi ( del, dello, dei ....). In questi casi stai attento a non confonderlo con il complemento di specificazione.
Es. Quei bambini raccolgono ( che cosa?) delle castagne.

I verbi transitivi e i verbi intransitivi


I verbi transitivi

Un verbo è transitivo quando l'azione "transita", cioè passa direttamente dal soggetto all'oggetto senza l'aiuto di preposizioni.
Il verbo è transitivo se può avere un complemento oggetto.

Es. Milena mangia la mela.
Anna legge il libro.


I verbi intransitivi

Un verbo è intransitivo quando l'azione non passa direttamente sull'oggetto, ma bisogna ricorrere a preposizioni.
Il verbo è intransitivo se può essere seguito solo da complementi che vengono introdotti dalle preposizioni.

Es. Milena parla a Paolo.
Anna corre nel prato con il cane.

Sant'Antonio Abate

La vita di Antonio abate è nota soprattutto attraverso la Vita Antonii pubblicata nel 357, opera agiografica attribuita ad Atanasio, vescovo di Alessandria, che conobbe Antonio e fu da lui coadiuvato nella lotta contro l'Arianesimo. L'opera, tradotta in varie lingue, divenne popolare tanto in Oriente che in Occidente e diede un contributo importante all'affermazione degli ideali della vita monastica. Grande rilievo assume, nella Vita Antonii la descrizione della lotta di Antonio contro le tentazioni del demonio. Un significativo riferimento alla vita di Antonio si trova nella Vita Sanctii Pauli primi eremitae scritta da Sofronio Eusebio Girolamo verso il 375. Vi si narra l'incontro, nel deserto della Tebaide, di Antonio con il più anziano Paolo di Tebe. Il resoconto dei rapporti tra i due santi (con l'episodio del corvo che porta loro un pane affinché si sfamino, sino alla sepoltura dl vecchissimo Paolo ad opera di Antonio) vennero poi ripresi anche nei resoconti medievali della vita dei santi, in primo luogo nella celebre Legenda Aurea di Jacopo da Varagine.

Antonio nacque a Coma in Egitto (l'odierna Qumans) intorno al 251, figlio di agiati agricoltori cristiani. Rimasto orfano prima dei vent'anni, con un patrimonio da amministrare e una sorella minore cui badare, sentì ben presto di dover seguire l'esortazione evangelica "Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi e dallo ai poveri" (Mt 19,21). Così, distribuiti i beni ai poveri e affidata la sorella ad una comunità femminile, seguì la vita solitaria che già altri anacoreti facevano nei deserti attorno alla sua città, vivendo in preghiera, povertà e castità.

Si racconta che ebbe una visione in cui un eremita come lui riempiva la giornata dividendo il tempo tra preghiera e l'intreccio di una corda. Da questo dedusse che, oltre alla preghiera, ci si doveva dedicare a un'attività concreta. Così ispirato condusse da solo una vita ritirata, dove i frutti del suo lavoro gli servivamo per procurarsi il cibo e per fare carità. In questi primi anni fu molto tormentato da tentazioni fortissime, dubbi lo assalivano sulla validità di questa vita solitaria. Consultando altri eremiti venne esortato a perseverare. Lo consigliarono di staccarsi ancora più radicalmente dal mondo. Allora, coperto da un rude panno, si chiuse in una tomba scavata nella rocca nei pressi del villaggio di Coma. In questo luogo sarebbe stato aggredito e percosso dal demonio; senza sensi venne raccolto da persone che si recavano alla tomba per portagli del cibo e fu trasportato nella chiesa del villaggio, dove si rimise.

In seguito Antonio si spostò verso il Mar Rosso sul monte Pispir dove esisteva una fortezza romana abbandonata, con una fonte di acqua. Era il 285 e rimase in questo luogo per 20 anni, nutrendosi solo con il pane che gli veniva calato due volte all’anno. In questo luogo egli proseguì la sua ricerca di totale purificazione, pur essendo aspramente tormentato, secondo la leggenda, dal demonio.

Con il tempo molte persone vollero stare vicino a lui e, abbattute le mura del fortino, liberarono Antonio dal suo rifugio. Antonio allora si dedicò a lenire i sofferenti operando, secondo tradizione, "guarigioni" e "liberazioni dal demonio".

Il gruppo dei seguaci di Antonio si divise in due comunità, una a oriente e l'altra a occidente del fiume Nilo. Questi Padri del deserto vivevano in grotte e anfratti, ma sempre sotto la guida di un eremita più anziano e con Antonio come guida spirituale.

Antonio contribuì all'espansione dell'anacoretismo in contrapposizione al cenobitismo.

Anche Ilarione visitò nel 307 Antonio, per avere consigli su come fondare una comunità monastica a Gaza, in Palestina, dove venne costruito il primo monastero della cristianità. Nel 311, durante la persecuzione dell'Imperatore Massimino Daia, Antonio tornò ad Alessandria per sostenere e confortare i cristiani perseguitati. Non fu oggetto di persecuzioni personali. In quella occasione il suo amico Atanasio scrisse una lettera all'imperatore Costantino I per intercedere nei suoi confronti.

La Liguria


Zona: Italia nord-occidentale

Capoluogo: Genova

Superficie: 5.421 km²

Abitanti: 1.615.441

Densità: 298 ab./km²

Province:Genova, Imperia, La Spezia, Savona.


CONFINI

La Liguria (Ligüria in lingua ligure) è una regione italiana di 1.615.441 abitanti,situata nel Nord-Ovest della penisola e avente come capoluogo la città di Genova. Confina a sud con il Mar Ligure, a ovest con la Francia (regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra), a nord con il Piemonte e con l'Emilia-Romagna, a est con la Toscana. La regione Liguria fa parte dell'Euroregione Alpi-Mediterraneo.

Stretta tra le catene montuose delle Alpi e dell'Appennino e il mare, la regione viene convenzionalmente considerata suddivisa in due parti delimitate all'incirca dal capoluogo: la Riviera di ponente e la Riviera di levante.

Il suo nome deriva dall'antica popolazione dei Liguri, anche se in realtà i confini della Liguria antica erano ben più estesi di quelli dell'attuale regione ed includevano tutta la pianura piemontese a sud del Po, l'attuale Lombardia sud-occidentale dall'Oltrepò pavese fino alla confluenza del Ticino nel Po, le zone collinari e montuose del Piacentino, l'attuale Lunigiana e il Nizzardo fino al fiume Var; gli attuali confini amministrativi definiti solo nel 1923, coincidono in gran parte con quelli della storica Repubblica di Genova. Fino al 1860 la circoscrizione amministrativa della Liguria, facente parte dal 1815 al Regno di Sardegna, comprendeva anche la Provincia di Nizza Marittima,ceduta poi alla Francia a seguito del Trattato di Torino del 24 marzo 1860 con l'eccezione del circondario di Sanremo e di quello di Porto Maurizio, entrati a far parte del Regno d'Italia.

La Liguria è una regione di grande richiamo turistico per le sue bellezze antropiche e naturali, tra le quali spiccano - a ponente – la Riviera dei Fiori e - a levante - Portofino, le Cinque Terre e Porto Venere.

POPOLAZIONE E TERRITORIO

Con i suoi 5.421 km² la Liguria è una delle regioni più piccole d'Italia, dopo Valle d'Aosta e Molise, ma è una delle più densamente popolate in quanto ospita oltre 1.600.000 abitanti per una densità di 297 ab/km², molto al di sopra della media nazionale, collocandosi al quarto posto, dopo Campania, Lombardia e Lazio, nel rapporto tra numero di abitanti e superficie territoriale. Considerando l'orografia del territorio e il fatto che le foreste ne ricoprono oltre il 70%, appare tuttavia evidente come vi siano notevoli differenze fra la densità di abitanti dell'entroterra (in cui peraltro si sono verificati fenomeni di spopolamento e di migrazione verso le città costiere) e quella del litorale, che sfiora i 1000 ab/km2.

La regione è compresa tra le Alpi marittime e l'Appennino a nord e il Mar ligure a sud, con una catena ininterrotta che costituisce una vera e propria dorsale che si presenta continua nel suo sviluppo (orientato secondo due assi: SW/NE e NW/SE che si incontrano alcuni chilometri ad ovest del centro di Genova), ma discontinua nella sua morfologia, con tratti in cui la dorsale alpino/appenninica si presenta estremamente compatta ed elevata allineando gruppi montuosi molto elevati (alle spalle di Ventimiglia, una serie di massicci, oggi amministrativamente francesi, si innalza fino a quote altimetriche di 2700-3000 m) mentre in altri tratti (ad esempio nell'entroterra di Savona e di Genova) la barriera montuosa è poco elevata e profondamente incisa da brevi valli trasversali e da valichi che non arrivano ai 500 m di altitudine sul livello del mare (Bocchetta di Altare, Passo dei Giovi, Crocetta d'Orero).

Il Mar Ligure, di fronte alla Liguria, è un braccio di Mar Mediterraneo ed il Golfo di Genova ne costituisce una parte importante, mentre il secondo golfo più grande è quello della Spezia. Tra i due grandi golfi si trova il Golfo del Tigullio, da Portofino a Sestri Levante.

Le coste sono in genere alte, rocciose, frastagliate, soprattutto nella Riviera di levante, mentre a ponente sono mediamente più basse, talvolta sabbiose. Le coste sono talvolta interrotte da estuari di piccoli fiumi, spesso a carattere torrentizio, i quali solcano il territorio perpendicolarmente alla costa sul fondo di profonde vallate.

CLIMA

La Liguria gode di un clima mediterraneo, ma non uniformemente: essa risente infatti della morfologia accidentata del suo territorio per gran parte montuoso, aperto su un mare decisamente caldo in rapporto alla sua latitudine relativamente elevata. I fattori morfologici principali sono infatti due: la forma ad arco aperto verso mezzogiorno della regione e la dorsale montuosa che si sviluppa tra il confine francese e quello toscano e costituisce la displuviale tra il versante tributario del Mar Ligure e quello padano-adriatico Quando d'inverno si forma un'area di bassa pressione sul Golfo Ligure, la zona intorno a Genova viene investita dalla Tramontana, apportatrice di pioggia e neve a quote basse, che a volte può scendere fino al livello del mare, specialmente in alcune aree della costa genovese e del Savonese orientale. L'estate è moderatamente calda ma piuttosto afosa (a Genova Sestri le medie del mese di luglio sono comprese tra i +20,8 °C della minima e i +27,2 °C della massima).

ECONOMIA

Il linea generale l'economia della Liguria è basata su aspetti particolare dei tre settori produttivi, generalmente correlati tra loro. Il settore primario si basa sostanzialmente su un'agricoltura di qualità, con la produzione di prodotti specifici e con garanzie di controllo particolari, ma anche su attività di allevamento (nell'entroterra) e di pesca lungo le coste.

L'industria ligure è generalmente associata ai grandi poli produttivi che sorgono nelle periferie dei maggiori centri urbani come i capoluoghi di provincia. Questo aspetto ha senz'altro contribuito allo sviluppo dall'attività degli importanti porti di Genova, La Spezia e Savona, che hanno dato impulso al commercio marittimo, all'attività cantieristica navale e anche al turismo. L'importazione di materie prime attraverso i porti ha sviluppato quindi l'industria siderurgica, petrolchimica, chimica e metalmeccanica.