Canzone tabelline

mercoledì 28 ottobre 2009

Viaggio al centro della Terra



Viaggio al centro della Terra è un romanzo fantastico e fantascientificodi Jules Verne del 1864.

Una pergamena trovata in un vecchio libro dal professor Otto Lidenbrock contiene un messaggio cifrato scritto in caratteri runici. Il messaggio viene decifrato da Axel, nipote del rinomato professore di mineralogia che insegna in un prestigioso ginnasio di Amburgo dove vive. Il testo in latino contiene le indicazioni per raggiungere il centro della Terra attraverso un vulcano, lo Snæffels in Islanda. Il manoscritto sarebbe opera di Arne Saknussemm, alchimista islandese del XVI secolo, che avrebbe effettivamente compiuto l’impresa lasciando vari segni nelle caverne in modo da facilitare il compito dei suoi successori.

Il professore e il nipote Axel (il narratore interno del romanzo) partono quindi con molta fretta da Amburgo per l'Islanda passando per Kiel e Copenaghen dove si fermano per motivi tecnici. Procedono poi per il cratere Jökull del vulcano Snæffels, da cui parte la via già percorsa da Arne Saknussemm verso il centro della Terra. Il cratere d’entrata è segnalato dall’ombra dello Snæffels il 22 giugno, il solstizio d'estate. Nel viaggio sono accompagnati da una guida locale, Hans Hulja, fedele e assolutamente impassibile, che li conduce prima nell’Islanda rurale e poi nel cratere, seguendoli fino alla fine del viaggio

Il viaggio è molto ricco di avventure e colpi di scena. Scendendo e salendo nelle immense cavità sotterranee i protagonisti trovano, oltre a molti preziosi e rari minerali, anche resti di animali preistorici. Verne fa vivere agli eroi molte avventure al limite dell’impossibile. In più occasioni rischiano di morire a causa della sete o della loro sfortuna o sbadataggine. I viaggiatori arrivano poi in una grande “caverna” descritta come il centro della Terra. Qui si trovano davanti ad un mare (ribattezzato "mare Lidenbrock") che provano ad attraversare su una zattera; dopo giorni di navigazione arrivano alla riva, ma non quella opposta bensì - apparentemente - quella di partenza. Durante la traversata, assistono ad una lotta spettacolare tra un ittiosauro e un plesiosauro. Così, tornati al punto di partenza decidono di vedere la riva ed esplorandola vedono vegetali di dimensioni enormi (fossilizzati), un uomo-gigante alto 12 piedi che pascola una mandria di mastodonti e uno scheletro. I viaggiatori ritrovano le tracce di Saknussemm con un segnale, ma il passaggio è bloccato da una frana. Cercano di farsi largo provocando un'esplosione, che ha però l'effetto di gettare i tre nella bocca di un vulcano in eruzione. Risalgono le cavità terrestri attraverso un condotto del magma e si ritrovano alle pendici dello Stromboli vulcano delle Eolie. Da qui torneranno ad Amburgo, per vie meno insolite.

Il romanzo si conclude con la scoperta, da parte del giovane Axel, che la bussola era impazzita durante la navigazione sotterranea e che il mare Lidenbrock era stato attraversato completamente. La gioia del professore è tuttavia sorpassata da quella del giovanotto, che sta per sposarsi con la bella Grauben, la nipote del professore.


La maestra suggerisce la lettura di questo libro, ricordando che la lettura fa bene alla mente e allarga gli orizzonti!

La storia di Halloween


La parola Halloween probabilmente deriva da una contrazione della frase "All Hallows Eve" ovvero la notte di Ognissanti.
Questa notte coincideva con la fine dell'estate e i colori tipici erano l'arancio, per ricordare la mietitura e quindi la fine dell'estate ed il nero per simboleggiare l'imminente buio dell'inverno.

E' per questo motivo che i colori che caratterizzano Halloween sono l'arancio ed il nero.

Narra una leggenda che gli spiriti dei morti durante l'anno, tornassero la notte del 31 ottobre in cerca di un corpo da possedere per l'anno successivo.

I contadini dei villaggi, perciò, rendevano le loro case fredde ed indesiderabili spegnendo i fuochi nei camini, e mascherandosi da mostri gironzolavano tra le case per far scappare di paura tutti gli spiriti che incontravano.

La leggenda di Jack-o-lantern racconta che un uomo di nome Jack, noto baro e malfattore, ingannò Satana sfidandolo nella notte di Ognissanti a scalare un albero sulla cui corteccia incise una croce intrappolandolo tra i rami.

Jack fece un patto col diavolo: se non lo avesse più indotto in tentazione lo avrebbe fatto scendere dall'albero.

Alla morte di Jack, continua la leggenda, gli venne impedito di entrare in paradiso a causa della cattiva condotta avuta in vita, ma gli venne negato l'ingresso anche all'inferno perché aveva ingannato il diavolo.

Allora a Jack fu donato un piccolo lume per schiarire le tenebre che lo circondavano.

Per far durare più a lungo la fiamma Jack scavò una zucca e mise al suo interno il lumino.

Ecco perché a tutt'oggi Jack-o-lantern è una zucca intagliata al cui interno è posata una lanterna.

Il congiuntivo


Il congiutivo si usa per esprimere possibilità, dubbi, desideri, opinioni o timori.
Esso comprende: due tempi semplici (presente e imperfetto) e due tempi composti (pasato e trapassato).

Esempi:
Mi piacerebbe che tu giocassi con mia sorella.
Se avessi saputo che pioveva non sarei uscito.
Pensavo che i bambini leggessero molto meglio.

Credere

Congiuntivo Presente

Congiuntivo Imperfetto

che io creda
che tu creda
che lui/lei creda
che noi crediamo
che voi crediate
che loro credano

che io credessi
che tu credessi
che lui/lei credesse
che noi credessimo
che voi credeste
che loro credettero

Congiuntivo Passato

Congiuntivo Trapassato

che io abbia creduto
che tu abbia creduto
che lui/lei
abbia creduto
che noi abbiamo creduto
che voi abbiate creduto
che loro abbiano creduto

che io avessi creduto
che tu avessi creduto
che lui/lei avesse creduto
che noi avessimo creduto
che voi aveste creduto
che loro avessero creduto

La nascita della moneta e lo sviluppo in Grecia


La moneta fu inventata nel regno di Lidia, nell’attuale Turchia, verso il 620 a.C. Fu inventata nello stesso periodo indipendentemente anche in Cina ed in India. La monetazione si diffuse molto rapidamente prima nelle città-stato della Grecia e poi nelle sue colonie

Le minete dell'antica Grecia sono considerate le più belle e di maggiore contenuto artistico tra tutte quelle prodotte dall'introduzione dell'uso della moneta. Una caratteristica comune di queste monete è di essere prodotte con la coniazione a metallo; esse sono inoltre caratterizzate da un elevato rilievo delle immagini raffigurate, che sono spesso frutto del lavoro di grandi artisti.

La storia delle monete greche antiche può essere suddivisa, come peraltro la maggior parte delle forme d’arte greca, in tre periodi: il periodo arcaico, quello classico e quello ellenistico.

Periodo Arcaico

Durante il periodo arcaico le monete erano relativamente grezze rispetto agli standard successivi. Erano principalmente piccole gocce di oro e argento a forma di fagiolo, marcate con un disegno geometrico o con un simbolo che indicava la città di provenienza. Con il miglioramento delle tecniche di produzione, le monete divennero più standardizzate, a forma di piccoli dischi metallici. Divenne abituale l’abitudine di porre una rappresentazione della divinità protettrice della città o animali simbolici come la civetta sacra ad Atena nelle monete ateniesi. Il mondo greco era diviso in un migliaio di polis indipendenti e la maggior parte di queste emisero le proprie monete. Tuttavia per facilitare il commercio tra le città con il tempo le monete furono battute in valori standard, anche se contrassegnate ognuna con i simboli della città che le aveva emesse.

Verso il 510 a.C. Atene iniziò a produrre una moneta da quattro dracme, il tetradramma, che fu usata in tutto il mondo greco e che rifletteva la crescente egemonia di Atene.

Periodo Classico

Il periodo classico vide la monetazione greca raggiungere un elevato livello di qualità tecnica ed estetica. Le città più grandi ora producevano un’ampia varietà di monete d’argento e d’oro, che per lo più presentavano da una parte il ritratto della divinità protettrice oppure un eroe leggendario e dall’altra un simbolo della città. Alcune monete usavano un’immagine che rappresentava il nome della città: una rosa per Rodi, un granchio per Agrigento.

In questo periodo comincia l’uso delle iscrizioni, di solito il nome della città o preferibilmente con l’etnico (il genitivo plurale del nome degli abitanti). Le ricche città della Sicilia produssero monete particolarmente belle. I grandi decadrammi (dieci dracme) d’argento di Siracusa sono considerati da molti collezionisti come le più belle monete prodotte nel mondo antico o forse le più belle mai battute in assoluto.

Periodo Ellenistico

Il periodo ellenistico fu caratterizzato dalla diffusione della cultura greca in grande parte del mondo allora conosciuto. Mercanti greci diffusero le monete greche in ampi territori e i nuovi regni iniziarono presto a produrre le loro monete. Poiché questi regni erano molto più grandi e ricchi delle vecchie città-stato del periodo classico, le monete furono prodotte in quantità enormemente maggiori, di maggiori dimensioni e più frequentemente anche in oro. Tuttavia spesso mancava loro il senso estetico delle monete del periodo precedente.

La nuova caratteristica più evidente delle monete ellenistiche è l’uso di ritratti di persone viventi, più precisamente dei re stessi. Anche i nomi dei re furono frequentemente scritti sulle monete. Questa prassi ha fissato uno schema che è arrivato fino a noi: il ritratto del re, in genere di profilo e in posa eroica, al dritto con il nome accanto e lo stemma o altri simboli dello stato al rovescio.

Tecniche di produzione

Tutte le monete greche erano battute al martello. In disegno del dritto e quello del rovescio erano incise (al contrario) in blocchi di ferro detti conii. Un dischetto d’oro o d’argento, riscaldato per renderlo malleabile, era sistemato tra questi due blocchi. Il conio superiore veniva colpito con forza con un martello ed imprimeva così l’immagine su entrambe le facce della moneta. Questa tecnica era abbastanza rozza e produceva quindi un’elevata quantità di insuccessi, cosicché l’alto standard tecnico raggiunto dalle migliori monete greche – la perfetta centratura dell’immagine sul disco metallico, la corretta distribuzione del rilievo su tutta la moneta, la nitidezza del bordo – è una testimonianza del perfezionismo dei Greci.


Compleanno










domenica 25 ottobre 2009

Le colonie dell'antica Grecia



Il territorio della Grecia era prevalentemente montuoso e arido; si coltivavano viti e ulivi, ma la produzione di cereali, che erano la base dell'alimentazione, era scarsa e quando la popolazione aumentò divenne presto insufficiente. Molti,così, abbandonarono le loro città e intrapresero lunghi viaggi per mare verso nuove terre.
Giunti in un luogo favorevole, gli " emigrati "greci vi fondavano una nuova polis (colonia). I coloni intrattenevano rapporti con le genti vicine e commerciavano con la Grecia, dalla quale conservavano la lingua, la religione, i costumi, le leggi, pur restando indipendenti.
Le colonie erano parte integrante del mondo greco e contribuivano alla formazione della civiltà greca.
Quindi le città greche effettuavano scambi commerciali via mare sia con le colonie sia con altri luoghi, soprattutto delle coste del Mar Mediterraneo e del Mar Nero.
I Greci importavano generi alimentari, specialmente il frumento che non riuscivano a produrre in abbondanza in patria.
Molto ricercati erano anche i metalli, soprattutto lo stagno e il rame, che fusi insieme davano il bronzo, con cui gli artigiani fabbricavano armi,utensili, vasi e statue.
I Greci importavano anche l'avorio e l'ambra, con cui realizzavano preziosi gioielli.
I commercianti greci esportavano olio, vino e numerosi prodotti artigianali come gioielli, statue, vasi di ceramica e di bronzo, utensili, tessuti di lana e di cuoio.
Tra le " merci" da vendere e comprare c'erano anche gli schiavi, che venivano destinati ai lavori più faticosi.

La Magna Grecia
Le più importanti colonie greche furono quelle sulle coste della Sicilia e dell'Italia meridionale. Queste colonie furono chiamate Magna Grecia, cioè Grande Grecia, per sottolineare la magnificenza delle nuove città, che spesso erano più popolose di quelle della madrepatria.

sabato 24 ottobre 2009

Giochi sul PC per Halloween


Bambini se vi volete un po' rilassare giocando ecco alcuni giochi divertenti per Halloween.
Ricordatevi che potete direttamente digitare con il mouse sugli indirizzi riportati qui sotto. Scegliete voi quello a cui volete giocare.
Buon divertimento.







Poesia e lavoretto insieme!


LA ZUCCA TERRIFIFANTE

Oggi ti voglio insegnare

Come una zucca puoi dedocare.
Trasformando una comune verdura
In una maschera di paura.

Con la mamma devi acquistare
La zucca più grossa che riesci a trovare.
Deve essere soda, levigata e arancione
Insomma, una zucca da competizione.

Quindi, su un foglio prova a tracciare
Il volto che la zucca dovrà avere:
Un naso, una boca e due occhi di fuoco
É così che inizia il gioco.

Definita del viso l'espressione
Procurati gli attrezzi per l'operazione.
Ti serve un coltello ben affilato
E uno scalpello a "V"... L'hai acquistato?

A questo punto, con calma e pazienza
Svuota la zucca della sua essenza.
Taglia, quindi, la calotta superiore
E con un cucchiaio la polpa devi eliminare.

Tolta la polpa che puoi conservare,
procedi facendoti aiutare.
Seguendo il disegno che hai realizzato
Intaglia gli occhi, la bocca e il naso.

Eseguita la complicata operazione
Dicidi se buffa o terribile sarà l'espressione
Procurati, perciò, materiale di scarto
Fili di lana, occhiali, cappelli di feltro.

Qualunque cosa ti è consentita fare
Per rendere la tua zucca migliore.
Potrà avere i capelli bianchi
La pipa in bocca e due baffi giganti.

Potrà essere buona o cattiva
Triste o giuliva.
Buffa o imbronciata
Allegra o arrabbiata.

L'unica cosa che conta sul serio
É che sia frutto del tuo pensiero.
Mettici tutta la fantasia
Creatività e un pizzico di magia!

L'ora solare




Scatta stanotte il cambio dall'ora legale all'ora solare. Alle 03,00 le lancette dell'orologio dovranno essere spostate indietro di un'ora, posizionandole quindi sulle ore 02,00.
Per ritornare all'ora legale bisognerà attendere il 28-29 marzo 2010. L'ora solare ci accompagnerà per i cinque mesi invernali ed è l'orario di base usato da molti Paesi durante l'inverno e conosciuto anche con il nome di "ora civile convenzionale". La prima volta che si e' pensato di utilizzare un'ora legale risale al 1784 quando l'inventore del parafulmine, Benjamin Franklin, pubblicò una sua idea sul quotidiano francese "Journal de Paris".

In Italia il primo passaggio dall'ora solare a quella legale è avvenuto nel 1916, anno in cui per la prima volta nel nostro Paese si spostarono le lancette avanti di un'ora. Il regime definitivo di passaggio dall'ora solare all'ora legale è entrato in vigore nel nostro Paese nel 1996 quando, a livello europeo, si stabilì di prolungare l'ora legale ulteriormente, passando dall'ultima domenica di marzo all'ultima di ottobre. Ma l'Italia non è certo l'unico Paese europeo a dover segnare il passaggio dall'ora legale all'ora solare.

Nell'Unione europea l'adozione dell'ora legale è infatti armonizzata dal 1996, nonostante le polemiche di alcuni stati membri e in Svizzera e' stata adottata per la prima volta nel 1981. In Giappone e nei Paesi della fascia tropicale, invece, non esiste il cambio d'ora. Nell'emisfero australe il passaggio all'ora solare dall'ora legale segue un calendario invertito rispetto all'Europa e al Nord America.

mercoledì 21 ottobre 2009

La biblioteca galattica


"Data astrale :lunedì 27 maggio 3874"
Oggi è stata una giornata tranquilla. Pochi visitatori: una sola navicella nel pomeriggio. Decisamente al di sotto della media...
Il capitano Print, bibliotecario capo a bordo di Astro-Biblion 21-26,alza un momento la testa dal computer tascabile sul quale sta digitando, come ogni sera, il resoconto della giornata e lascia vagare lo sguardo fuori dall'oblò.
Su di uno sfondo più nero della pece, rotolano silenziosi nello spazio milioni di asteroidi sparsi ovunque in disordine, come pecore sui pendii della montagna.Lontano, molto più lontano, le stelle palpitano incessantemente nell'oscurità con i loro barbaglii gialli, rossi, blu, violetti, ora più vivi, ora più' smorti. Il panorama è quello di sempre e il capitano Print lo conosce ormai a memoria, come tutto il personale a bordo dell'astronave. Eppure, a lui continua a piacere come la prima volta che lo ha visto, quasi cinque anni fa, quando, insieme al resto dell'equipaggio, ha preso servizio proprio lì, nella zona operativa di Astro- Biblon 21-26, all'estrema periferia ovest della Via Lattea.

Il racconto di fantascienza



Il racconto fantascientifico è un testo narrativo inverosimile che riporta, nella maggior parte dei casi, fatti ambientati in un lontano futuro; si tratta di fatti immaginari, in cui gli elementi di pura fantasia si fondano con dati scientifici.
Il racconto di fantascienza tratta temi particolari come la conquista della Terra da parte degli alieni, oppure i viaggi interplanetari dei terrestri su pianeti lontani.
Le vicende sono in genere ambientate in un tempo futuro, ma possono anche rievocare avvenimenti di un remoto passato o accadere nel presente.
Si svolgono in luoghi straordinari, in altre galassie oppure su una Terra devastata e sconvolta dalle catastrofi nucleari.
Nel racconto di fantascienza agiscono personaggi realistici, come uomini della vita di tutti i giorni o scienziati, e personaggi fantastici, come extraterrestri, robot e mostri da laboratorio.
La conclusione può essere a sorpresa, cioè l'autore può rovesciare le aspettative che ha creato nell'autore
I racconti di fantascienza sono scritti con lo scopo di soddisfare il bisogno di evasione fantastica e anche di rispondere agli interrogativi sulla vita nello spazio e sull'avvenire della Terra oppure sul lontanissimo passato.

Ricorda
La parola fantascienza unisce due parole: "scienza" e "fantasia", perché nei racconti di fantascienza le informazioni scientifiche e tecnologiche si mescolano alla fantasia.
Questi racconti narrano storie inverosimili generalmente ambientate nel futuro: viaggi nel tempo o nello spazio, esplorazioni di nuovi pianeti o galassie, incontri con extraterrestri.

mercoledì 14 ottobre 2009

Avviso



Si avvisano i genitori che lunedì 19 Ottobre inizierà la mensa scolastica


Simpatici animaletti





Ecco altri suggerimenti per addobbare la scuola per l'autunno.

Ghirlande autunnali





Materiale per la costruzione:
  1. piatti gialli e verdi di plastica o di carta;
  2. cartoncino colorato ( verde, giallo, arancione, bianco, marrone );
  3. forbici e pastelli;
  4. colla a caldo.

BUON LAVORO

lunedì 12 ottobre 2009

I frutti autunnali del bosco e della natura.






I FRUTTi


L'autunno regala sapori enebrianti e una varietà di frutti che accontentano tutti i buon gustai e gli amanti dei frutti di stagione.

I boschi sardi, ma soprattutto quelli del Gennargentu offrono diversi frutti: castagne, nocciole, noci, porcini e corbezzolo. Se si percorono i sentieri di montagna tra i boschi non possimo non rimanere colpiti dai colori degli alberi e delle foglie e dei manti di frutti che ricoprono il terreno. Le nostre passeggiate diventano anche un banchetto! Come si può resistere a non assagiare qualche nocciola e noce selvatica!

Ma in questo periodo oltre questi frutti troviamo nelle tavole anche: melograno, cachi e uva amorevolmente coltivate dal contadino.

Poesia sull'autunno


Frutti autunnali

In autunno maturan
molti frutti. In pianura
vedi di riso spighe dorate,
nei boschi di montagna
lucidi gusci di castagna.
Anche uva, mele e pere
vengon presto raccolte.
Nelle chiome di verde folte,
ridono cachi grandi e gialli.
Tra pochi giorni ormai
gli alberi non avran più doni:
come la natura tutta,
prenderanno meritato riposo.

Due poleis a confronto

ATENE
Atene sorgeva su delle colline. Si produceva olio e vini pregiati. L'economia si basava sulle attività artigianali e commerciali

Ad Atene, tutti i cittadini, cioè gli abitanti della città maschi e liberi, potevano partecipare al governo della polis. Cioè attraverso un'assemblea che sceglieva i funzionari, detti arconti. Gli arconti formulavano le leggi, punivano chi le trasgrediva, governavano l'esrcito. Tutti gli incarichi duravano un anno. Successivamente, chi aveva partecipato al governo entrava a far parte del consiglio degli anziani, l'aeropago.
Questa forma di governo viene chiamato DEMOCRAZIA.

L'educazione ateniese si basava nel formare e creare buoni cittadini.
A sette anni i bambini iniziavano a frequentare una scuola a pagamento dove imparavano a leggere, scrivere, parlare in pubblico, a suonare, a nuotare...
A 21 anni diventavano uomini adulti e si sposavano.

Ad Atene le donne erano per tutta la vita sottoposte a un uomo: prima al padre, poi al marito. essi avevano su di loro potere di vita o di morte.



SPARTA

Sparta sorgeva in una pianura fertile e piuttosto ampia. L'economia si basava sulla coltivazione dei cereali.

La città era governata da due re e da un'assemblea di anziani che rappresentavano le famiglie più importanti.
Questo governo di poche famiglie viene chiamato OLIGARCHIA.
La società era divisa in classi sociali:
  • Gli SPARTIATI: l'aristocrazia (= guerrieri che possedevano le terre) era l'unica che poteva governare la città.
  • I PERIECI: cittadini liberi (= artigiani, contadini, mercanti) non potevano partecipare al governo della città.
  • Gli ILIOTI: erano gli schiavi di guerra e dovevano lavorare per gli spartiati e i perieci.
A 7 anni i figli degli spartiati lasciavano la famiglia e venivano portati in una "scuola- caserma"dove dovevano allenarsi in esercizi atletici e militari. A 20 anni partecipavano alle battaglie e continuavano ad allenarsi fino ai 30 anni. Dopo potevano sposarsi ma la vita era dedicata sempre all'esercito.

Ad Atene le donne erano rispettate dai mariti e da tutta la comunità maschile.


RICORDA

Sparta aveva un governo oligarchico (=governo di pochi).
Gli spartani venivano educati ad essre dei bravi guerrieri.

Atene aveva un governo democratico (= governo in cui la sovranità spetta al popolo, ai cittadini.
Gli ateniesi venivano educati ad essere dei bravi cittadini e politici.

giovedì 8 ottobre 2009

I simboli dell'Unione Europea


La bandiera europea
Su uno sfondo blu, 12 stelle gialle in cerchio simboleggiano gli ideali di unità, solidarietà e armonia tra i popoli.

Il motto dell'UE
Il motto è entrato in uso nel 2000 ed è: "Unità nella diversità".


Festa dell'Europa
Il 9 Maggio si celebra la festa dell'unione Europea, per ricordare le idee su cui si basa l'Unione, formulate per la prima volta il 9 Maggio del 1950.

I simboli dell'Unione Europea

L'inno europeo


La melodia è tratta dalla Nona Sinfonia di Beethoven. Il testo originale è in tedesco, ma quando viene usato come inno europeo è privo di parole.

Questo riportato sotto è la traduzione del testo dell'Inno alla Gioia.

( Per ascoltare il testo in tedesco clicca su play).



Inno alla Gioia

O amici, non questi suoni!
ma intoniamone altri
più piacevoli, e più gioiosi.

Gioia, bella scintilla divina,
figlia degli Elisei,
noi entriamo ebbri e frementi,
celeste, nel tuo tempio.
La tua magia ricongiunge
ciò che la moda ha rigidamente diviso,
tutti gli uomini diventano fratelli,
dove la tua ala soave freme.

L'uomo a cui la sorte benevola,
concesse di essere amico di un amico,
chi ha ottenuto una donna leggiadra,
unisca il suo giubilo al nostro!
Sì, - chi anche una sola anima
possa dir sua nel mondo!
Chi invece non c'è riuscito,
lasci piangente e furtivo questa compagnia!

Gioia bevono tutti i viventi
dai seni della natura;
tutti i buoni, tutti i malvagi
seguono la sua traccia di rose!
Baci ci ha dato e uva, un amico,
provato fino alla morte!
La voluttà fu concessa al verme,
e il cherubino sta davanti a Dio!

Lieti, come i suoi astri volano
attraverso la volta splendida del cielo,
percorrete, fratelli, la vostra strada,
gioiosi, come un eroe verso la vittoria.

Abbracciatevi, moltitudini!
Questo bacio vada al mondo intero Fratelli,
sopra il cielo stellato
deve abitare un padre affettuoso.

Vi inginocchiate, moltitudini?
Intuisci il tuo creatore, mondo?
Cercalo sopra il cielo stellato!
Sopra le stelle deve abitare!

L'Unione Europea


Storia dell'Unione Europea

L'Italia fa parte dell'Unione Europea ( UE), un organismo internazionale di Paesi democratici, che sono impegnati a lavorare insieme per la pace e la prosperità.
La sua istituzionale risale al Trattato di Maastricht, entrato in vigore nel 1993.
A questo trattato gli Stati aderenti sono però giunti dopo un lungo cammino iniziato nel 1951 con l'istituzione della Comunità europea del carbone e dell' acciaio, cui aderirono 6 paesi ( Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Repubblica federale tedesca). Nel 1957 questi stessi Paesi firmarono il Trattato di Roma, che istituì la Comunità economica europea. Fu questo il primo vero nucleo dell'attuale Unione Europea. Oggi l'Unione Europea, che è giunta ad accogliere ben 27 Paesi dei complessivi 44 che costituiscono l'Europa, rappresenta una zona di libero mercato caratterizzata da una moneta unica, l'Euro, adottata per ora da 13 dei 27 Paesi membri.


Le istituzioni europee

I 27 Stati hanno organi di governo comuni: il Parlamento Europeo, il Consiglio dell'Unione Europea, la Commissione Europea, la Corte di giustizia.

Il Consiglio dell'Unione Europea ha sede a Bruxelles ed è formato dai ministri di ciascuno Stato membro. La sua funzione principale è quella di esaminare e approvare le leggi proposte dalla Commissione Europea (= potere legislativo).
La Commissione europea ha sede a Bruxelles e difende gli interessi dell'unione nel suo complesso; propone le leggi e assicura che le decisioni prese vengano rispettate (= potere esecutivo).
Il Parlamento Europeo ha sede a Strasburgo e a Bruxelles. La sua funzione è di approvare le leggi ( =potere legislativo).
La Corte di giustizia ha sede a Lussemburgo e ha la funzione di garantire che le leggi adottate dall'Unione Europea ( =potere giudiziario).


Obiettivi dell'UE

L'Unione Europea si propone questi obiettivi:
  • la promozione della pace fra i popoli;
  • la tutela dei diritti del cittadino;
  • la collaborazione fra gli Stati;
  • la libera circolazione di merci e persone.

martedì 6 ottobre 2009

lunedì 5 ottobre 2009

Breve storia della lingua italiana

La lingua è in continua trasformazione. Le parole che usi oggi non sono le stesse che usavano i tuoi nonni e ancora più indietro, i tuoi antenati.
Nel tempo la lingua cambia: alcune parole si modificano, altre vengono sostituite, altre ancora si perdono. Nel tempo quindi la lingua si evolve per vari motivi.
Prima di tutto bisogna capire la storia.

Gli antichi Romani, in Italia, parlavano il latino. Almeno lo parlavano le persone colte, che ci hanno lasciato i loro scritti. Il popolo parlava il vulgus, una lingua di cui non abbiamo nessuna traccia scritta, perché era una lingua orale.

Quando i Romani conquistavano dei territori, imponevano la loro lingua ai popoli sottomessi. In tutto l'Impero Romano la lingua ufficiale era così il latino, ma nei vari territori esso si mescolò alle varie lingue locali: nacquero cosi diverse lingue volgari.

Dopo tanti secoli in Italia si stabilì che la lingua volgare fiorentina usata da scrittori e poeti come Dante, Petrarca e Boccaccio diventasse la lingua ufficiale scritta. Da allora, pian piano, quella diventò la lingua comune a tutta l'Italia, l'italiano, mentre le varie lingue volgari parlate nelle diverse regioni divennero i dialetti regionali.

Negli altri stati nati dalla disgregazione dell'Impero Romano le lingue volgari hanno avuto i loro percorsi. Per la loro origine comune oggi sono chiamate neolatine.
Sono: l'italiano, il francese, lo spagnolo, il portoghese, il rumeno, il ladino e il sardo. Queste lingue, infatti, sono molto simili.


Ricorda
La lingua italiana deriva dal latino e fa parte del gruppo delle lingue europee neolatine (= derivanti dal latino). Come tutte le lingue anche la nostra è cambiata nel tempo. Molte parole che una volta si usavano oggi non si usano più: sono parole arcaiche ( ad es. pargolo, donzella, augello ....) .
Mentre ci sono parole nuove che si aggiungono al nostro uso comune, queste parole si dicono neologismi ( ad es. cliccare, microonde, euro, bancomat ...).

La lingua italiana è quella nazionale, parlata in tutta l'Italia; è la lingua che si studia, che troviamo nei testi scritti e nei documenti.
Il dialetto è una lingua soprattutto parlata, è usata soltanto in ambito regionale e in situazioni non ufficiali. A differenza della lingua italiana, i dialetti sono parlati in un territorio limitato ( regione - luogo di appartenenza).


Attento
La maggioranza degli italiani parla un italiano regionale, cioè una varietà della lingua influenzata dai dialetti, quindi diversi da regione a regione.
Per lo più noi usiamo quotidianamente parole prese in prestito da lingue straniere ( dall'inglese, dal francese e dal tedesco ); ad es. toast, jeans, computer, brioche, menu, wurstel, walzer , etc. .

Ricorda
La scienza che studia l'origine e la storia delle parole di una lingua si chiama etimologia. Per conoscere l'etimologia delle parole si deve consultare il dizionario, che ci spiega, oltre al significato, la categoria grammaticale, la pronuncia, la lingua da cui derivano.

La lingua italiana è un grande organismo vivente, che continuamente si rinnova. Al suo interno ci sono di continuo nuove acquisizioni, che compensano le perdite.

Le polis greche

L'antica Grecia non formava uno Stato unitario, ma era suddivisa in un gran numero di città- stato, le poleis, indipendenti le une dalle altre e ciascuna a capo di un piccolo territorio. Quindi in Grecia esistevano centinaia di polis; le polis più importanti erano: Atene, Sparta e Tebe. Queste polis erano spesso rivali e si facevano anche la guerra ma riuscivano partendo dalla comune identità culturale, a sviluppare anche forti legami tra loro. I Greci erano organizzati in strutture politiche abbastanza piccole: persino Atene, la più grande polis greca, non aveva che alcune migliaia di abitanti. Ciascuna delle polis consisteva in una singola città che sorgeva in riva ad un fiume o vicino al mare, circondata da mura e dalle campagne circostante che serviva al mantenimento della città.


Caratteristiche principali delle polis
All'interno delle mura della città c'era una zona più elevata l'acropoli, e poi una grande piazza centrale detta Agorà, che veniva usata per il mercato e per le assemblee dei cittadini.

Acropoli
Nell'acropoli sorgevano i principali edifici pubblici: templi e il tribunale. L'acropoli veniva usata anche come rifugio dalla popolazione in caso di attacco nemico

Agorà
L'agorà era un punto d'incontro per conversare con gli amici e scambiarsi idee. Nell'agorà si tenevano le assemblee alle quali potevano partecipare tutti gli uomini liberi per discutere e confrontare le proprie opinioni. Dalla vita pubblica erano escuse le donne, i forestieri e gli schiavi. L'agorà era il cuore delle polis: in essa la mattina presto arrivavano i contadini, gli agricoltori e i pescatori che insieme ad artigiani e commercianti, rifornivano la popolazione di quanto era necessario.

Teatro
In quasi tutte le polis si trovava anche un teatro in cui si rappresentavano commedie, tragedie e altri spettacoli. Gli spettatori sedevano su gradinate disposte a semicerchio mentre gli attori recitavano nella parte sottostante.

Le case
Erano a uno o a due piani, erano di mattoni. Le più grandi erano divise in due parti: una per gli uomini e una per le donne, chiamata gineceo.

Ginnasio e stadio
Per esercitarsi e gareggiare negli sport nelle polis c'erano una palestra detta ginnasio e uno stadio.

Alcuni detective famosi

Nero Wolfe

Nero Wolfe è un personaggio di fantasia nato dalla penna dello scrittore statunitense Rex Stout; ha fatto il suo debutto nel 1934. L'assistente privato di Wolfe, Archie Goodwin, ha documentato i casi del detective in 33 romanzi e 39 romanzi brevi; i gialli coprono un arco di tempo che va dagli anni trenta agli anni settanta, e la maggior parte di essi è ambientata a New York City.

Nero Wolfe pesa intorno ai 150 kg ("un settimo di tonnellata"), è un raffinato buongustaio, assai pignolo, e considera il lavoro alla stregua di un indispensabile fastidio che gli consente di tenere un alto tenore di vita; è moderatamente iroso, non parla di lavoro a tavola e, pur avendo una vasta clientela femminile, è fortemente misogino; coltiva rare orchidee nel giardino pensile della sua casa situata al numero 918 della 35a strada ovest di New York. Conduce orari di lavoro rigidissimi.

È specializzato nella risoluzione di intricati casi di omicidio che scioglie stando comodamente seduto a rimuginare sull'ampia poltrona del suo studio o beatamente affaccendato a curare le proprie piantine. Infatti l'investigatore non lascia quasi mai la propria abitazione (se non in pochissimi casi e mai per lavoro), abituato com'è a spostarsi tra tre vani ben distinti: la cucina, lo studio, ed esclusivamente tra le 9 e le 11 e tra le 16 e le 18, la serra privata (all'ultimo piano dell'abitazione). La disposizione dei vani, così come degli arredi e suppellettili, sono rigorosamente descritti da Stout, ed insieme alle inviolabili e immutabili abitudini, orari e regole di casa Wolfe, sono nel loro insieme una caratteristica fondamentale e comune di tutti i romanzi di Nero Wolfe.È quindi Archie Goodwin a recarsi sui luoghi del delitto, a interrogare testimoni o parenti della vittima (salvo i casi in cui questi siano disponibili a recarsi alla casa di Nero Wolfe per essere sentiti da lui direttamente), tenere sotto controllo e pedinare sospetti, e molto altro svolgendo quindi le funzioni di "gambe" e "occhi" del suo principale.


Sherlock Holmes

Sherlock Holmes è un personaggio letterario creato da Sir Arthur Conan Doyle alla fine del XIXsecolo: protagonista di romanzi e racconti appartenenti al genere letterario del giallo deduttivo.

Holmes è uno strano detective che vive, insieme al dottor Watson, a Londra, al 221-b di Baker Street, in un appartamento che funge anche da studio e ufficio. Lì, infatti, vanno spesso persone a chiedere aiuto, e Scherlock le aiuta a risolvere situazioni intricatissime. I suoi ferri del mestiere sono: una lente d’ingrandimento, alcune conoscenze mediche, conoscenza di diversi tipi di tabacco e della relativa cenere che lasciano, conoscenza di veleni e di fango. E’ molto intelligente e ha un’ottima capacità di osservazione. Suona il violino.


Jules Maigret

Il commissario Maigret, creato dalla fantasia di Georges Simenon , è un personaggio letterario protagonista di settantacinque romanzi e ventotto racconti di genere poliziesco rappresentati in numerose produzioni televisive .

L'autore lo descrive come un uomo dalla corporatura massiccia, ereditata dalla sua origine contadina, largo di spalle, dall'aspetto distinto, ma dall'indole burbera; amante della buona cucina e accanito fumatore di pipa.

Il suo metodo investigativo consiste nell'immergersi nelle atmosfere dei luoghi in cui i delitti sono stati commessi e, lasciandosi guidare dal proprio istinto, nell'immedesimarsi e cercare di comprendere la personalità e l'umanità dei diversi personaggi di un caso criminale, sino al punto, talora, di arrivare a giustificare il loro comportamento e a cambiare la sorte a cui sarebbero andati incontro.


Hercule Poirot

Hercule Poirot è un personaggio immaginario, celebre investigatore belga nato dalla fantasia della grande giallista Agata Christie, la quale ha ottenuto il successo sin dal debutto proprio grazie a questo fortunato personaggio. Hercule Poirot è un detective privato, ex ispettore della polizia belga. Si trasferisce nel 1914 in Inghilterra, come profugo di guerra. È alto poco più di un metro e mezzo, grassoccio, piuttosto anziano, ma non gli è mai stata attribuita un'età precisa. Le sue qualità positive sono molte ma le più evidenti sono: calma, riflessione, precisione e perspicacia. La sua testa è a forma oblunga, simile ad un uovo, e la tiene sempre leggermente inclinata verso destra. Ha le labbra incorniciate da baffi alla militare arricciati sulla punta, dei quali ha una cura maniacale, tanto da portare in tasca uno specchietto per poterseli ritoccare. I pochi capelli rimasti sono neri e per ravvivarne il colore non usa una tintura, bensì un tonico. Il suo abbigliamento è sempre rigorosamente preciso e perfetto. Una macchia, un granello di polvere gli darebbero fastidio più di una ferita. Abita a Londra in un moderno condominio dal 1930, dopo che il suo amico e compagno di avventure, il capitano Arthur Hastings.
Come investigatore ha un fiuto straordinario e riesce a risolvere i casi più intricati. Ha sistemi di indagine che rispecchiano la sua personalità: ordine, metodo e "celluline grigie". Non è un sentimentale, ma un logico, odia l'inspiegabile e finisce sempre per spiegarlo.


Jessica Fletcher

Jessica Fletcher è il personaggio principale della longeva serie televisiva statunitense La signora in giallo, ed è interpretata dall'attrice Angela Lansbury.

Nella serie, la signora Jessica Beatrice Fletcher , è una supplente d'inglese, divenuta famosa scrittrice di libri gialli, ma, usando il suo acuto spirito d'osservazione e la sua esperienza sull'argomento, spesso si ritrova a risolvere casi di omicidio veri e propri che, inspiegabilmente, sembrano perseguitarla. È vedova poiché suo marito, il capitano Frank Fletcher, è morto negli anni sessanta in un incidente aereo (su cui la signora Fletcher si ritrova ad indagare nel corso di un episodio) ma ha diversi parenti sparsi per il mondo, che appaiono nella serie televisiva.Abita a Cabot Cove, un paesino fittizio di 3680 abitanti che si trova sulla costa, nello stato del Maine.


Tenente Colombo

Colombo è una serie televisiva statunitense di genere poliziesco interpretata da Peter Falk.

Il protagonista, Colombo, è un tenente della polizia criminale di Los Angeles di origine italiana molto abile, ma (apparentemente) altrettanto distratto che prende appunti su uno stropicciato taccuino e che veste in modo molto trasandato, indossando un vecchio impermeabile da cui non si separa mai. Colombo è altresì un incallito fumatore e di solito compare con un mozzicone di sigaro in mano. È sposato, e spesso nomina sua moglie, ma questa non appare mai sullo schermo. Suo fedele compagno è un cane che non ha nome perché il tenente non ne ha trovato uno che gli piacesse e che quindi chiama semplicemente "Cane". Colombo guida una Peugeot 403 del 1959, targata "044 APD". Colombo incastra gli assassini con prove perfette.