Canzone tabelline

lunedì 29 marzo 2010

Portapenna primaverile e pasquale





Mareriale per la costruzione:
  1. cartoncini colorati,
  2. forbici e matite,
  3. barattolini,
  4. colla a caldo,
  5. uova pasquali,
  6. tovagliolini,
  7. cioccolatini.

domenica 28 marzo 2010

E' Pasqua


E' Pasqua!

Sul mandorlo in fiore

il vento d'Aprile

sussurra gentile

la prima parola d'amore.

E' Pasqua!

Con garrulo grido,

signora dell'aria

la rondine svaria

cercando la fronda e il nido.

E' Pasqua!

Tra candidi velidi nubi,

giocando trasluce sul mondo

lo smalto azzurrino dei cieli.

E' Pasqua!

Nei cuori sublime

con Cristo risorto,

rinasce il conforto

che esalta, soccorre, redime.

Poesia per Pasqua


Pasqua

Pasqua è un segno di pace,
è una colomba bianca,
che porta nel becco l’ulivo
che vola alta nel cielo,
gioca ed infin si posa
Pasqua è l’arcobaleno
Simbolo di perdono,
è la più bella festa
che tutti rende liberi
che i bimbi induce a ridere.

Pasqua è Gesù che in trionfo
Entra in Gerusalemme
È memoria di una cena
L’ultima per lui,
poi è un ricordo triste
della sua morte in croce.

sabato 27 marzo 2010

Canto XI (letto da Chiara)


La battaglia è incerta; Agamennone si batte furiosamente, uccidendo un gran numero di nemici, tra cui due Priamidi, Iso (Iliade) e Antifo, e i due figli del bieco consigliere troiano Antimaco, ma viene infine ferito da una freccia. Ettore allora incita i suoi a combattere, si lancia contro i nemici e fa un massacro incredibile. Infine viene affrontato da Diomede che riesce solo a stordirlo e viene a sua volta ferito da Paride. Poco dopo la stessa sorte capita anche ad Ulisse, e Zeus infonde il terrore di Ettore nell’animo di Aiace che indietreggia. Intanto Nestore conduce Macaone ferito alla sua tenda e Achille, desideroso di notizie, manda Patroclo alla tenda di Nestore. Quest’ultimo descrive il disastro dei Greci e invita Patroclo, se proprio Achille non vuol combattere, a scendere lui stesso in battaglia con le armi di Achille.

Ora legale


Un ora in meno di nanna questo week end. Alle 02.00 di domenica 28 marzo scatta infatti l'ora legale, che resterà in vigore fino all'ultima settimana di ottobre.Lancette avanti di un’ora nella notte tra sabato e domenica. Termina così il periodo di ora solare che accompagna i cinque mesi invernali, con l’obiettivo di recuperare un’ora di luce a fine giornata.

Ricordatevi quindi STANOTTE di spostare le lancette degli orologi un’ora avanti.

L'abitudine di cambiare l'ora agli orologi è antica. La prima volta avvenne in Gran Bretagna, nel 1916 e con il tempo quasi tutti i paesi hanno scelto di adottare questa pratica usata soprattutto per risparmiare energia.

Breve storia dell'ora legale

Lancette avanti di un’ora nella notte tra sabato e domenica. Alle 2 di domenica 29 marzo scatta infatti l’ora legale, che resterà in vigore per sette mesi, fino alla notte tra il 24 e il 25 ottobre. Termina così il periodo di ora solare che accompagna i cinque mesi invernali, con l’obiettivo di recuperare un’ora di luce a fine giornata. La genesi dell’ora legale, che tra sabato e domenica toglie un’ora al sonno, affonda le proprie radici nel Settecento. Il primo a teorizzarla fu Benjamin Franklin il quale – facendone l’oggetto di un articolo sul Journal de Paris nel 1784 – individuò nell’adozione di un orario che seguisse il sole un modo per ottenere dei risparmi energetici. L’idea non ebbe grande seguito anche perché, all’epoca di Franklin, i risparmi sarebbero stati relativamente bassi. Oggi i calcoli sono ben diversi, visti i consumi nei Paesi più industrializzati. Oltre un secolo dopo, nel 1907, l’idea venne ripresa dal britannico William Willet e questa volta trovò seguaci: nel 1916 la Camera dei Comuni di Londra diede il via libera al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un’ora in avanti durante l’estate. Molti paesi imitarono la Gran Bretagna, soprattutto in tempo di guerra, quando il risparmio energetico era una priorità.
In Italia l’ora legale è stata adottata per la prima volta nel 1916, dal 3 giugno al 30 settembre. Negli anni successivi l’inizio fu anticipato a marzo. La norma rimase in vigore fino al 1920 e poi venne abbandonata. Dopo 20 anni però si decise di farvi di nuovo ricorso: Mussolini decretò che era necessaria e la riammise. L’ora legale tornò così in auge nel 1940 e negli anni del periodo bellico, e vi rimase fino al 1948, anno in cui venne nuovamente abolita. L’adozione definitiva risale al 1966, durante gli anni della crisi energetica. Per i primi tredici anni venne stabilito che l’ora legale dovesse rimanere in vigore dalla fine di maggio alla fine di settembre (dal 22 maggio al 24 settembre). Dal 1981 al 1995, invece, si stabilì di estenderla dall’ultima domenica di marzo all’ultima di settembre. Il regime definitivo è entrato in vigore nel 1996 quando si stabilì di prolungarne ulteriormente la durata dall’ultima domenica di marzo all’ultima di ottobre.

lunedì 22 marzo 2010

Disegni primavera







Gli Orazi e i Curiazi








Orazi e  CuriaziLa leggenda degli Orazi e dei Curiazi è legata alla guerra che si scatenò tra Roma e la città di Albalonga sotto il regno di Tullio Ostilio.
E’ un racconto che dimostra come l’astuzia possa essere l’arma vincente ed in particolare per gli antichi Romani.
La vicenda: Si narra che i Romani e gli Albani nel corso della guerra concordarono di far combattere tre campioni rappresentanti per ognuna delle due città per porre fine definitivamente ai continui ed inutili spargimenti di sangue. I Romani scelsero i tre fratelli Orazi, la scelta degli Albani cadde sui fratelli Orazi. Inizialmente due romani furono uccisi, per cui il duello volgeva a favore dei Curiazi. L’ultimo Romano, però, fu molto abile nel decidere la strategia da adottare per evitare la sconfitta definitiva. Egli, infatti, finse di fuggire e uno dei Curiazi lo inseguì, ma l’Orazio si volse indietro all’improvviso e, sfruttando l’elemento sorpresa, colpì a morte l’avversario. Il Romano iniziò di nuovo la fuga ed ancora una volta riuscì a colpire l’altro Albano che lo stava inseguendo.
Alla fine lo scontro con l’ultimo dei Curiazi fu favorevole all’Orazio.
Albalonga e tutto il suo territorio così cadde sotto il dominio di Roma.

Il ratto delle Sabine





Dopo la fondazione di Roma, Romolo si pose il problema di come popolarla. Egli infatti aveva portato con sé i pastori ma senza le donne.
Egli organizzò una grande manifestazione alla quale invitò i Sabini con le rispettive mogli e figlie. Nel clou della feste e del divertimento, i Romani rapirono le donne sabine e con le armi scacciarono gli uomini.
In seguito a questo evento, il re della tribù sabina dei Curiti, Tito Stazio, alla guida del suo popolo si recò a Roma per chiedere la restituzione delle donne e vendicarsi dell’affronto subito. Entrati in città grazie all’aiuto della giovane Tarpea che aprì loro le porte, i Sabini cominciarono a combattere contro i Romani. Sopraggiunsero le donne che chiesero un armistizio perchè si erano affezionate ai loro rapitori e non potevano consentire che si versasse altro sangue. I due popoli si riappacificarono e Romolo regnò sulla città con Tito Stazio, così i Romani ed i Sabini formarono un solo popolo.
Dal nome della tribù guidata da Tito Stazio derivò ai Romani l’appellativo di Quiriti.




La Toscana




La Toscana è una delle maggiori ed importanti regioni italiane per patrimonio storico, artistico, economico, culturale e paesaggistico.
Confini
Posta nell'Italia centrale, confina a nord-ovest con la Liguria, a nord con l'Emilia-Romagna, a est con le Marche e l'Umbria, a sud con il Lazio. Ad ovest, i suoi 397 km di coste continentali sono bagnati dal Mar Ligure nel tratto centro-settentrionale tra Carrara (foce del torrente Parmignola, confine con la Liguria) e il Golfo di Baratti; il Mar Tirreno bagna invece il tratto costiero meridionale tra il promontorio di Piombino e la foce del Chiarone, che segna il confine con il Lazio.
Capoluogo e provincie
Il capoluogo regionale è Firenze, città più grande e popolosa (371.060 abitanti), nonché principale fulcro storico, artistico ed economico-amministrativo; le altre città capoluogo di provincia sono: Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Pistoia, Prato e Siena.

La Toscana amministra anche le isole dell'Arcipelago Toscano, oltre ad una piccola exclave situata entro i confini dell'Emilia-Romagna, in cui sono situate alcune frazioni del comune di Badia Tedalda.

Territorio
Il territorio toscano è per la maggior parte collinare (66,5%); comprende alcune pianure (circa l'8,4% del territorio) e importanti massicci montuosi (il 25,1% della regione).

* Monti principali: Monte Prado 2054 m, Monte Giovo 1991 m, Monte Rondinaio 1964 m Monte Pisanino 1946 m, Alpe Tre Potenze 1940 m.
o Valichi e passi montani principali: Passo dell'Abetone 1388 m, Passo di Pradarena 1579 m, Passo delle Radici 1529 m, Passo del Cerreto 1261 m, Passo de La Calla 1298 m, Passo dei Mandrioli 1173 m, Passo della Cisa 1045 m.
o Vulcani: Monte Amiata 1738 m, Monte Castello 445 m (Isola di Capraia).
* Deserti: Deserto di Accona ca. 150 km².
* Fiumi principali: Arno 241 km, Ombrone 161 km, Serchio 111 km, Cecina 73 km, Magra 70 km.
* Laghi principali: Lago di Bilancino (invaso artificiale) 5,0 km², Lago di Chiusi 3,9 km², Lago di San Casciano ca. 2,0 km², Lago di Montepulciano 1,9 km².
o Lagune e laghi costieri principali: Laguna di Orbetello 26,2 km², Padule della Diaccia Botrona 12,78 km², Lago di Massaciuccoli 6,9 km², Lago di Burano 1,4 km².
o Paludi interne: Padule di Fucecchio ca. 18 km².
o Piccole zone umide: Laghetto Traversari di Camaldoli, Metaleto, Asqua, La Lama, Pozza del Cervo, Fonte del Porcareccio, Prato al Fiume,Lago di Porta .
* Coste: 633 km totali (397 km continentali e 230 km insulari).
o Mari: Mar Ligure, Canale di Piombino, Canale di Corsica, Mar Tirreno.
o Isole principali: Isola d'Elba 223,5 km², Isola del Giglio 21,2 km², Isola di Capraia 19,3 km², Isola di Montecristo 10,4 km², Isola di Pianosa 10,3 km².

Rilievi e colline
Sia a nord che a est la Toscana è circondata dagli Appennini ma il territorio è prevalentemente collinare. Tuttavia, nella regione si trovano altri rilievi montuosi degni di nota al di fuori della dorsale appenninica, le Alpi Apuane a nord-ovest, il Monte Pisano tra Pisa e Lucca, la Montagna pistoiese a nord di Pistoia, i Monti della Calvana a nord di Prato, i Monti del Chianti tra le province di Siena e Arezzo, il Pratomagno a est, le Colline Metallifere a sud-ovest tra le province di Livorno, Pisa, Siena e Grosseto e i massicci del Monte Amiata e del Monte Cetona a sud-est

Tra i sistemi collinari, nella parte centrale della regione ritroviamo, da ovest a est, le Colline livornesi, le Colline pisane, le Balze di Volterra, il Montalbano, le colline del Chianti e i rilievi collinari della Valtiberina. L'area meridionale della regione si caratterizza ad ovest per le Colline Metallifere, le colline della Val di Merse, le Crete Senesi, i rilievi collinari della Valle dell'Ombrone, le Colline dell'Albegna e del Fiora, l'Area del Tufo e i rilievi collinari della Val d'Orcia e della Val di Chiana.

Pianure e valli
In Toscana si trovano aree pianeggianti sia lungo la fascia costiera che nell'entroterra.
Il litorale comprende le pianure della Versilia, l'ultimo tratto del Valdarno Inferiore (che si apre nella Piana di Pisa) e la Maremma (la pianura più estesa), mentre nell'entroterra la pianura principale è il Valdarno che si sviluppa da est ad ovest lungo il corso dell'omonimo fiume, comprendendo le città di Arezzo, Firenze e Pisa. Altre pianure dell'interno sono la conca intermontana che comprende le città di Firenze, Prato e Pistoia (in continuità del medio Valdarno), la Piana di Lucca, la Valdinievole, la Valdera, la Valdelsa, la Val di Chiana, la Val di Cecina, la Val di Cornia, la Val d'Orcia , la Valle dell'Ombrone, la Val di Bisenzio e la Valdambra.
Coste e isole
La Toscana, bagnata dal Mar Ligure nella parte centro-settentrionale e dal Mar Tirreno in quella meridionale, si caratterizza per un litorale continentale molto diversificato nelle sue caratteristiche. Nel complesso, le coste continentali si presentano basse e sabbiose, fatta eccezione per alcuni promontori che si elevano tra Livorno e Vada, a nord di Piombino, tra Scarlino, Punta Ala e Castiglione della Pescaia, tra Marina di Alberese e Talamone, all'Argentario e ad Ansedonia.

L'Arcipelago Toscano è costituito da sette isole principali e da alcuni isolotti minori, molti dei quali sono semplici secche o scogli affioranti, in gran parte tutelati dal Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. L'isola principale è l'Isola d'Elba, bagnata a nord dal Mar Ligure, a est dal Canale di Piombino, a sud dal Mar Tirreno e a ovest dal Canale di Corsica: l'isola presenta un'alternanza di coste basse e sabbiose e coste più alte e frastagliate dove si aprono suggestive calette. A nord dell'Isola d'Elba si trovano l'Isola di Capraia, nel Canale di Corsica, e l'Isola di Gorgona nel Mar Ligure, entrambe con coste frastagliate. A sud dell'Isola d'Elba si trovano l'Isola di Pianosa, completamente pianeggiante e con leggere ondulazioni, con coste sia sabbiose che scogliose, l'Isola di Montecristo con coste alte e frastagliate fatta eccezione per la zona dell'approdo, l'Isola del Giglio con coste prevalentemente alte e rocciose, fatta eccezione per alcune calette e per la Spiaggia del Campese, l'Isola di Giannutri con coste scogliose pur presentando un territorio caratterizzato soltanto da ondulazioni e dislivelli leggerissimi. Tra le isole minori, le secche e gli scogli affioranti, sono da segnalare le isole di Cerboli, di Palmaiola, le Formiche di Grosseto, la Formica di Burano, lo Scoglio d'Affrica o Formica di Montecristo, le Secche della Meloria e le Secche di Vada.

sabato 20 marzo 2010

Modo indicativo del verbo mettere alla forma riflessiva

Presente
io mi metto
tu ti metti
egli si mette
noi ci mettiamo
voi vi mettete
essi si mettono

Passato prossimo
io mi sono messo
tu ti sei messo
egli si è messo
noi ci siamo messi
voi vi siete messi
essi si sono messi

Imperfetto
io mi mettevo
tu ti mettevi
egli si metteva
noi ci mettevamo
voi vi mettevate
essi si mettevano

Trapassato prossimo
io mi ero messo
tu ti eri messo
egli si era messo
noi ci eravamo messi
voi vi eravate messi
essi si erano messi

Passato remoto
io mi misi
tu ti mettesti
egli si mise
noi ci mettemmo
voi vi metteste
essi si misero

Trapassato remoto
io mi fui messo
tu ti fosti messo
egli si fu messo
noi ci fummo messi
voi vi foste messi
essi si furono messi

Futuro semplice
io mi metterò
tu ti metterai
egli si metterà
noi ci metteremo
voi vi metterete
essi si metteranno

Futuro anteriore
io mi sarò messo
tu ti sarai messo
egli si sarà messo
noi ci saremo messi
voi vi sarete messi

Il testo argomentativo



Il testo argomentativo è un testo che ha alla base un problema esposto dall'emittente, il quale cerca di far valere la propria opinione ( tesi). La persona allo scopo di sostenere la tesi, porta delle prove, delle argomentazioni. Le persone contrarie alla tesi e alle argomentazioni esprimono l'antitesi, cioè esprimono una tesi opposta a quella esposta dall'emittente.

Scopi del testo argomentativo

Gli scopi del testo argomentativo sono molteplici:

Agire sui comportamenti;

Trovare soluzioni a problemi;

Influenzare opinioni e punti di vista.

Lo scopo fondamentale è però quello di persuadere chi ascolta, portando delle prove convincenti.

L'argomentazione e la persuasione

Argomentazione

Esplicita il suo fine

Punta sul ragionamento

Persuasione:

Punta sulle componenti emotive o irrazionali

Vari testi argomentativi

Sono dei testi argomentativi:

  • Arringhe di avvocati
  • Articoli di giornale
  • Discorsi politici
  • Messaggi pubblicitari
  • Rapporti tecnici

Caratteristiche del testo argomentativo

L’efficacia di un’argomentazione dipende dalla forza degli argomenti utilizzati per dimostrare la validità della tesi. La solidità della tesi si misura in base alla solidità degli argomenti che vengono addotti a suo favore e al modo in cui questi argomenti sono presentati.

Le tecniche argomentative sono ricondotte a 4 tipi fondamentali:

  1. Argomenti che riportano fatti concreti;
  2. Argomenti di autorità, che consistono nel riportare un’opinione autorevole per sostenere la propria tesi;
  3. Argomenti logici;
  4. Argomenti pragmatici, che consistono nel far notare i risultati positivi concreti derivati dall’accettazione della tesi.

Struttura del testo argomentativo

  • Presentazione del problema di tipo informativo;
  • Tesi da dimostrare;
  • Argomenti a sostegno della tesi;
  • Antitesi da confutare;
  • Argomenti a sfavore dell’antitesi;
  • Conclusione in cui si ribadisce la ragionevolezza della tesi.


venerdì 19 marzo 2010

L'Emilia Romagna


L'Emilia-Romagna è una regione dell'Italia nord-orientale di 4.366.448 abitanti, con capoluogo Bologna.

È bagnata a est dal Mar Adriatico, confina a nord con il Veneto e la Lombardia, a ovest con il Piemonte (condividendo un confine di poco meno di 8 km) e la Liguria, a sud con la Toscana, le Marche nonché la Repubblica di San Marino. Essa è composta dall'unione di due regioni storiche: l'Emilia, che comprende le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara e buona parte di quella Bologna con il capoluogo, e la Romagna, con le rimanenti province di Ravenna, Rimini, Forlì - Cesena e la parte orientale della provincia di Bologna (Imola e zone limitrofe). La Romagna storica comprende peraltro piccoli territori nelle Marche e in Toscana.


Rilievi e coste

La parte piana della regione, compresa tra il pedemonte e il Po, si allarga progressivamente sino a formare sul Mare Adriatico un fronte di oltre 100km tra il delta padano e la Punta di Gabicce.

Invece la zona montuosa-collinare conserva per tutto il suo sviluppo una larghezza quasi costante di 40 km. Il versante emiliano dell’Appennino è costituito da una serie di contrafforti che dallo sparti acque principale scendono a pettine e separano valli anch’esse parallele. Le maggiori altitudini si trovano nel settore centrale, che culmina nel Monte Cimone (2.165m).


La pianura è il risultato dei depositi alluvionali portati dal Po e dai fiumi appenninici. Nell’alta pianura si sono depositati i materiali più grossolani (ghiaia, sabbia) e pertanto il suolo risulta molto permeabile. Nella bassa pianura i depositi sono più minuti e perciò meno permeabili. Nella parte orientale, rivolta all’Adriatico, si passa da un settore interno di terre già da tempo rassodate e messe a coltura alle vaste aree di recente bonifica idraulica, per qualche tratto al di sotto del livello del mare.

La grande pianura si affaccia al mare con una costa unita e assi uniforme, Gli ampi arenili e il mare poco profondo si prestano assai bene all’intensa attività turistica balneare.

Idrografia

Il reticolo idrografico è costituito, nella metà occidentale della regione, da una serie di corsi d’acqua, ad andamento più o meno parallelo, che percorrono le valli innestate sull’asse pedemontano e che poi divagano nella bassa pianura fino a sfociare nel fiume Po; nella parte orientale, a cominciare dal Reno, i fiumi si gettano direttamente nell’Adriatico. A parte il Po, tutti i corsi d’acqua della regione hanno portate irregolari con andamento torrentizio. È notevole la rete di canali di derivarione che prelevano le acque dal Po per l’irrigazione e che assicurano il drenaggio delle zone depresse. Si ha pertanto una “bassa” irrigua, dedicata all’allevamento per la produzione di latte e formaggio (Parmigiano-Reggianoe Grana Padano); poi le "valli" bonificate, in buona parte investite a cereali; quindi la pianura non irrigata, coltivata a frutticoltura specializzata (Cesena), e le colline adibite a vigneto o a coltura promiscua; infine i prati, i pascoli e i boschi dell'alta collina e della montagna.

Clima

L'Emilia-Romagna ha fondamentalmente due climi, che poi possono essere divisi : il padano e il montano. Il clima risulta pertanto essere influenzato da tre fattori: il continentale, quello decisamente più presente, quello lieve dal Mare Adriatico che mitiga solo le aree prossime alle coste, e quello appenninico. La parte centrale, e in particolare quella a nord della Via Emilia, presenta accentuati caratteri di continentalità. Gli inverni sono freddi, con precipitazioni talvolta nevose fino in pianura (le medie variano da 15 a 35 cm annui) gelate talvolta estese e temperature massime mantenute basse dalle nebbie persistenti talvolta tutto l'arco del giorno. L'estate, invece, è calda e afosa, con temperature massime che si spingono ben oltre i 35° e minime che talvolta non scendono sotto i 20°. La primavera è piovosa e gradevole da aprile a maggio; anche l'autunno presenta le medesime caratteristiche ed è fresco e gradevole fino a novembre, quando diventa fresco, umido e talvolta freddo. Il clima della fascia montana è fortemente influenzato dall'altitudine, ma anche dall'esposizione al sole e al vento.

La primavera.





La primavera è una delle quattro stagioni delle zone temperate.

Astronomicamente inizia con l'equinozio di primavera: il 20/21 marzo circa nell'emisfero nord, e il 21 settembre nell'emisfero sud.

L'equinozio di primavera finisce con il solstizio d'estate: il 21 giugno nell'emisfero nord ed il 22 dicembre nell'emisfero sud.

mercoledì 17 marzo 2010

Canto decimo dell'iliade (letto da Mattia)


Agamennone non riesce a prendere sonno pensando alla sorte del suo esercito: convoca dunque i capi greci e, su consiglio di Nestore, invia Diomede a spiare il campo nemico. Diomede sceglie Ulisse come compagno nell’impresa. Intanto nel campo troiano Dolone si offre di compiere la stessa sortita: avviatosi dunque verso le navi greche viene sopraffatto dai due nemici che lo interrogano sulla sua missione: egli, per aver salva la vita, tradisce i compagni, ma Diomede lo uccide per punirlo della delazione. I due greci, grazie alle informazioni ottenute, fanno strage tra i Traci addormentati, uccidendo pure il loro giovane re Reso, e riescono a fuggire senza essere visti.

Bigliettino e disco orario per la festa del papà



Materiale per la costruzione:
  1. cartoncino bianco e colorato;
  2. colori;
  3. colla;
  4. ferma-campione.
All'interno del bigliettino potete scrivere una bella poesia o un piccolo pensierino per il vostro papà, per rendere il regalo ancora più bello ed emozionante.

I nostri lavori per la festa del papà









sabato 13 marzo 2010

Poesia per la Festa del papà


Al Babbo

Tu sei il mio babbo.
E quando dico babbo
sento che mi comprendi e mi proteggi.
Solo chiamarti mi rinfranca.
Solo vedere che mi sorridi mi dà allegria.
Solo saperti in casa con noi
allontana ogni paura dalla vita.
La tua mano forte mi guida e mi sorregge.
La tua voce sicura mi dà fiducia nel domani.

Caro babbo,
io so tutto quello che devo a te.

So che pensi ai veri bisogni della mia giornata.
So quello che fai per preparare il mio avvenire.
Ma soprattutto so quanto mi ami
perché anche quando non parli pensi sempre a me.
Ti voglio bene, papà.

mercoledì 10 marzo 2010

La monarchia e i sette re di Roma


Secondo gli antichi, Roma fu fondata nel 753 a.C. e per più di due secoli fu una monarchia. L'età dei re si concluse con l'istituzione della Repubblica nel 509 a.C.
A Roma, durante la monarchia, il re veniva eletto a vita dal Senato, formato da rappresentanti delle famiglie più ricche.
Il re aveva poteri religiosi, civili e militari, ma era sottoposto al controllo del Senato; solo in caso di guerra i poteri del re diventavano assoluti. In questo modo i Romani evitarono che un uomo solo avesse tutto il potere.

Secondo la tradizione, i re di Roma furono sette. In realtà poiché la monarchia durò circa 250 anni, essi dovettero essere parecchi di più. La leggenda probabilmente ricorda solo quelli che si distinsero per le loro opere. Eccoli:

1. Romolo = E' il fondatore di Roma e ha stabilito le prime leggi.

2. Numa Pompilio = Re sabino, succedette a Romolo. Diede gli stessi dei ed usanze religiose ai Sabini e ai Latini. Organizzò il primo calendario romano.

3. Tullo Ostilio = Re latino, conquistò la città di Albalonga e governò su tutto il Lazio. Fece costruire la Curia, sede del Senato.

4. Anco Marzio = Re sabino, fece costruire il primo ponte in legno sul Tevere, il ponte Sublicio, e la città di Ostia, che diventò porto di Roma.

5. Tarquinio Prisco = Re etrusco, fece prosciugare le paludi delle valli fra i colli di Roma, fece costruire un sistema di fogne, la Cloaca Maxima, e il Foro, la piazza delle riunioni dei Romani.

6. Servio Tullio = Re etrusco, riorganizzò l'esercito, fece costruire delle possenti mura che abbracciavano i sette colli.

7. Lucio Tarquinio detto il Superbo = Re etrusco, fu arrogante e prepotente e tolse il potere al Senato. I Romani lo cacciarono nel 509 a.C. perchè lo consideravano un tiranno.

L'origine di Roma


Intorno all'VIII secolo a.C., tra il Mar Tirreno e le colline lungo il fiume Tevere, nacquero i villaggi del popolo dei Latini. Questi villaggi sorgevano sopra i sette colli ( Campidoglio, Quirinale, Viminale, Palatino, Esquilino, Celio e Aventino) perché il terreno vicino al fiume era paludoso e quindi poco adatto alla vita umana.
Ben presto i Latini si mescolarono con i Sabini, altra popolazione della zona.
Questi popoli avevano in comune la stessa religione, ma ciascuno rimase autonomo rispetto agli altri, cioè si organizzava per proprio conto.
Le popolazioni latine si dedicavano allevamento di pecore e all'agricoltura, coltivavano orzo, grano e farro.
Impararono a lavorare le materie prime trasformandole in prodotti da commerciare: tessuti, ceramiche, oggetti in metallo.
Il villaggio sul colle Palatino divenne il più importante degli altri perché sorgeva in una posizione particolarmente favorevole. Era infatti vicino alla zona in cui si poteva attraversare facilmente il Tevere perchè le rive del fiume erano vicine. In quel punto, in mezzo al fiume, sorgeva anche l'Isola Tiberina, che si trovava al centro delle rotte commerciali che collegavano il Nord e il Sud della penisola e che attraversano il fiume.
D lì infatti passavano i mercanti che barattavano i loro prodotti in Etruria, a nord, e nelle colonie greche a sud. Una merce particolarmente pregiata era il sale che proveniva dalle saline vicine alla costa. Il sale nell'antichità erra molto importante perchè serviva a conservare i cibi.
Gli scambi commerciali presto portarono ricchezza e il contato con i mercanti greci e etruschi fu occasione di nuove conoscenze.
I villaggi poco a poco si ingrandirono fino a unirsi e a dare origine alla città di Roma.
Secondo la leggenda, Roma venne fondata nel 753 a.C. .

Canto IX dell'Iliade ( letto da Marco)

I Troiani sono speranzosi ed i Greci angosciati, dunque Agamennone dice di voler ritornare in patria, poiché secondo lui quest’assedio è un’impresa vana. Diomede si oppone mentre Nestore propone di richiamare Achille. Tutti sono d’accordo con la proposta di Nestore, compreso Agamennone che decide di restituire Briseide con altri doni in aggiunta. Vengono mandati Odisseo, Aiace e Fenice. Nessuno convince Achille, ma Diomede al campo dice che domani si combatterà anche senza Achille.

La leggenda di Romolo e Remo


Racconta la leggenda che il dio Marte e Rea Silvia un giorno si incontrarono e si innamorarono perdutamente. Dopo nove mesi nacquero due gemelli, forti e robusti come il padre.
Ma il cattivissimo Amulio, zio dei due gemelli e re della città di Albalonga, fece imprigionare Rea Silvia e ordinò ai suoi servi che i gemelli fossero messi in una cesta e gettati nel fiume Tevere, affinché la corrente li trascinasse via.
Amulio temeva che da adulti i due bambini potessero governare al suo posto.Proprio in quello giorno, il Tevere era straripato e, quando le acque del fiume si ritirarono, la cesta si incagliò fra i cespugli sotto il colle Palatino.
Fortunatamente una lupa che passava vicino al fiume trovò i due bambini, si avvicinò a loro, cominciò a nutrirli con il suo latte e a riscaldarli. Poco tempo dopo Faustolo, un pastore che abitava da quelle parti, vide con grande stupore la lupa con i gemelli e decise di portare i due bambini a casa sua.

Il pastore chiamò i suoi figli adottivi Romolo e Remo e li allevò con amore. Quando furono grandi, Faustolo disse loro di non essere il vero padre e raccontò la verità. Saputa la loro storia, Romolo e Remo uccisero il perfido Amulio e liberarono la madre, Rea Silvia. Decisero inoltre di fondare una città, proprio sul colle dove lupa li aveva allattati. Chiesero consiglio all’indovino per sapere chi avrebbe dato il nome alla città e chi ne sarebbe diventato il re. E l’indovino rispose che Romolo doveva andare sul colle Palatino, mentre Remo sull’Aventino. Da lassù avrebbero guardato attentamente il cielo, studiando il volo degli uccelli per capire che cosa avevano deciso gli dei. Remo fu il primo a vedere un gran numero degli uccelli: sei avvoltoi con le ali immense che volavano a proprio sopra la sua testa.
Ma poco dopo Romolo ne vide ben dodici. A quel punto i due gemelli cominciarono a litigare:
- Sono stato io a vedere gli uccelli per primo! Disse Remo. - Ma io ne ho visti molti di più! Esclamò Romolo – quindi sarò io il re della nuova città e la chiamerò Roma. Poi prese un bastone, disegnò un grande quadrato per terra e disse: - Ecco in confini della mia città. Nessuno dovrà superarli senza il mio permesso.
Ma Remo, arrabbiatissimo, no lo ascoltò e calpestò la linea tracciata dal fratello. Romolo allora tirò fuori la spada e ripeté:
- Chi passerà il confine senza il mio permesso, morirà – e uccise Remo. Romolo diventò il primo Re di Roma e governò con saggezza, aiutato da cento senatori. E la sua città diventò la più bella e grande di tutto il mondo antico, capitale di un immenso impero.

lunedì 8 marzo 2010

Storia festa della Donna


L'origine della Festa dell'8 Marzo risale al 1908, quando un gruppo di operaie di una industria tessile di New York scioperò come forma di protesta contro le terribili condizioni in cui si trovavano a lavorare.
Lo sciopero proseguì per diverse giornate ma fu proprio l'8 Marzo che la proprietà dell'azienda bloccò le uscite della fabbrica, impedendo alle operaie di uscire dalla stessa.
Un incendio ferì mortalmente 129 operaie, tra cui anche delle italiane, donne che cercavano semplicemente di migliorare la propria qualità del lavoro.

Tra di loro vi erano molte immigrate, tra cui anche delle donne italiane che, come le altre, cercavano di migliorare la loro condizione di vita. L'8 marzo assunse col tempo un'importanza mondiale, diventando il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli e il punto di partenza per il riscatto della propria dignità.

L'8 Marzo è quindi il ricordo di quella triste giornata.
Non è una "festa" ma piuttosto una ricorrenza da riproporre ogni anno come segno indelebile di quanto accaduto il secolo scorso.

venerdì 5 marzo 2010

I nostri lavori per abbellire la classe







Allestimento aula per la primavera





Portapenne pasquale




Materiale per la creazione:
  • barattolino di patatine o in vetro;
  • cartoncino bianco,rosa e verde;
  • colla a caldo e glitter;
  • nastrino in raso;
  • pastelli.