Canzone tabelline

lunedì 23 febbraio 2009

L'Aquila reale



Aquila chrysaëtos
Phylum: Chordata
Famiglia: Accipitridae
Nome sardo
: Abbila


Areale di distribuzione: L’aquila reale è presente praticamente su tutti i principali massicci montuosi dell’isola. Si tratta di una specie stanziale che nel periodo invernale si spinge spesso oltre il suo habitat preferito.

Identificazione: Si riconosce per le grosse dimensioni che caratterizzano gli esemplari adulti. Volo elegante, abitualmente planato e volteggiato. Volteggia con rari battiti d’ala e tenendo le ali leggermente in avanti. Gli individui maschi possono raggiungere i 75 cm di lunghezza ed il peso di 3 – 3,50 kg, mentre le femmine sono leggermente più grandi ed arrivano a 90 cm circa di lunghezza ed un peso variabile tra i 4 ed i 6,50 kg. L’apertura alare può arrivare ai 2 m o poco oltre. Il piumaggio degli esemplari maschi è marrone scuro con delle lievi sfumature rossicce, le remiganti bruno-grigiastre barrate di scuro ed una colorazione chiara e leggermente dorata sulla testa e sul collo. A distanza ravvicinata è visibile una marginatura scura in corrispondenza del bordo alare posteriore. Parte mediana delle copritrici leggermente dorata. Nei 2/3 prossimali la coda appare grigiastra con barrature scure; ampia banda scura terminale. Le parti inferiori sono uniformemente castano scuro. Nelle femmine i colori sono sensibilmente più scuri. Le zampe sono ricoperte di piume, gli occhi sono grandi e direzionati frontalmente, denotando una vista acuta. Iride bruna. Tarsi calzati. Zampe gialle. Il possente becco ha la caratteristica forma ricurva verso il basso, nero in punta a base grigiastra, cera gialla. Gli esemplari giovani mostrano una colorazione simile agli adulti, ma con una minore presenza di sfumature, delle macchie bianche evidenti sotto le ali e la base della coda mostra anch’essa una colorazione bianca.

Habitat ed Ecologia: L’habitat preferito dall’Aquila reale è costituito dai pascoli d’alta quota e dagli ambienti piuttosto rocciosi; si tratta di luoghi impervi, ancora relativamente selvaggi e lontani dalla presenza umana. Dai suoi rifugi abituali l’Aquila reale si sposta sulle lunghe distanze in cerca di cibo, che cattura generalmente a terra. Le sue prede sono piccoli animali d’allevamento, volpi, conigli, lepri e pernici, ma spesso non disdegna le carogne.

Riproduzione: Il periodo degli accoppiamenti è tra dicembre e febbraio, durante il quale, in seguito ad uno spettacolare corteggiamento costituito da picchiate, avvitamenti e leggeri tocchi del partner, la coppia sceglie il luogo più idoneo per nidificare. I nidi hanno grandi dimensioni e vengono costruiti nelle cavità rocciose o su gradini, preferibilmente situati su strapiombi e dominanti la gran parte del territorio sottostante. La deposizione si verifica tra marzo e aprile, con la produzione di uno o due uova. L’incubazione ha una durata media di 43-45 giorni circa, al seguito dei quali nascono i piccoli che permarranno nel nido per quasi tre mesi. I piccoli aquilotti appena nati sono ricoperti da una lanugine bianca che è destinata ad essere sostituita, dopo una ventina di giorni, da un piumaggio più folto.

Longevità: 35 anni

Lavoro svolto dagli alunni per Carnevale






Materiale per la costruzione delle mascherine:
  • gesso e acqua;
  • formina mascherine;
  • colori acrilici, glitter e pasta di piombo;
  • piume, nastrini o merletti,
  • e soprattutto tanta fantasia!

sabato 21 febbraio 2009

IL TESTO DESCRITTIVO


Il testo descrittivo "fa vedere" con le parole com'è fatta una persona, un animale, una cosa, un ambiente descrivendone le caratteristiche e gli aspetti più significativi.

La descrizione può essere:

SOGGETTIVA:

è una descrizione personale dove l'autore esprime le sensazioni, opinioni, impressioni personali dandone una personale interpretazione ;

OGGETTIVA:

la descrizione è fatta attraverso una serie di dati condivisibili da tutti cioè è una descrizione impersonale.


Esempi

Descrizione oggettiva

E' una ragazza di vent'anni. E' alta e magra. Ha la carnagione chiara e gli occhi azzurri.
Indossa un maglione di lana bianca e un paio di jeans chiari.
Ha con sé un cagnolino.


Descrizione soggettiva

E' una ragazza giovane, splendida, bella come il sole. Ha un viso luminoso e sorridente. I suoi capelli sono lunghi e luminosi come la sete. I suoi occhi, azzurri come il cielo, infondono fiducia e simpatia.
Veste in modo semplice e sportivo: comodi e pratici jeans e un caldo maglione di lana bianca.
Passeggia con un simpatico e vivace cagnolino.


Dati da considerare per descrivere:










una persona

  • chi è
  • come si chiama
  • aspetto fisico
  • abbigliamento
  • il carattere: qualità e difetti
  • il temperamento
  • i suoi interessi
  • quali sentimenti suscita

un animale

  • che animale è
  • come si chiama
  • ambiente in cui vive
  • caratteristiche fisiche
  • da cosa è ricoperto il suo corpo
  • versi che produce
  • il comportamento
  • il rapporto che ha con te
  • quali sentimenti suscita

un ambiente

  • le informazioni provenienti dai 5 sensi:
    - descrizione del primo piano
    - descrizione dello sfondo
    - suoni e rumori
    - odori e profumi
    - temperatura
  • sensazioni e stati d'animo

In un testo descrittivo le frasi sono brevi per dare maggiore chiarezza e incisività alla descrizione


giovedì 19 febbraio 2009

Il Carnevale di Sanmugheo

Il Carnevale in Sardegna


L'evento

Muovendosi e saltellando come un gregge di capre, is mamutzones provocano una cadenza scandita dal cupo tintinnare delle campane e dei campanacci.

Le maschere intercalano il loro incedere disordinato incornandosi e mimando il combattimento delle capre in amore.
La tradizione popolare dice che se le capre si incornano il tempo sta per cambiare: la tenzone d'amore si fa allora rito propiziatorio che chiede la pioggia, la finzione diventa invocazione.

Può anche succedere che is mamutzones tolgano il copricapo, su casiddu, e lo pongano ciascuno l'uno accanto all'altro, formandovi intorno un cerchio danzante.

Intanto, s'urtzu fa il suo percorso zoppicando, danzando goffamente e, talvolta, avventandosi sugli astanti.
Si voltola nelle pozzanghere, si rialza, si scuote e si ributta a terra, muggendo: solo su'omadore può limitarne l'intemperanza, battendolo fino a farlo sanguinare e pungolandolo per farlo ridestare.
S'urtzu è grondante e la terra si colora di rosso, ma è solo l'espediente scenico dato da una vescica di sangue e acqua nascosta sotto le vesti, pronta a cedere alla pressione del corpo che cade.
S'urtzu cade ancora, e la torma di mamutzones gli danza intorno esultante, quasi ad eseguire un ballo di invasati.




LE MASCHERE

Su mamutzone è la maschera del silenzio.
Vestita di fustagno nero e coperta di pelli di capra, calza i gambali e cinge gli stinchi di pelle di capra, ha la vita cinta di trinitos e campaneddas e il petto appesantito da due paia di campanacci, in bronzo o in ottone.

Ha il volto annerito dal sughero bruciato e tiene in mano un bastone nodoso e tondeggiante all'estremità.
L'elemento che distingue su mamutzone dalle maschere barbaricine è l'acconciatura della testa, munita di un recipiente di sughero, su casiddu o, più raramente, su moju, rivestito all'esterno di lana caprina e coronato all'estremità da affusolate corna bovine o caprine.

S'urtzu, altra figura del carnevale samugheese, tragica e triste, ha la testa di un capro, indossa un intero vello di caprone nero, porta sul petto pelli di capretto e un cinturone da cui pende un grosso campano. Un tempo, dicono gli anziani di Samugheo, si chiamava ocru.

S'urtzu, come il boe ottanese e s'urtzu di Ulà Tirso, è la bestia, la vittima da soggiogare: un tempo, sotto le pelli, portava pezzi di sughero la cui corteccia consentiva la resistenza alle percosse dategli dal suo guardiano, su'omadore, figura di pastore interame

Dolci


ZEPPOLE DI SARDEGNA

1 Kg. di farina - 4 uova - 300 cl. di latte - 500 Gr. di ricotta cremosa, 2 bustine di vanillina - 3 bustine di zafferano - 2 bustine di lievito - 500 Gr. patate vecchie - (3 arance: buccia grattugiata e succo )
3 bicchierini di liquore secco aromatico tipo:Sambuca o Anice Forte.

In una terrina capiente mettere la farina e fare spazio al centro per incorporare tutti gli ingredienti, aggiungere le 4 uova, le patate passate e schiacciate, la vanillina, il lievito, il succo di arancia, la buccia d'arancia grattugiata, lo zafferano polverizzato e il liquore... e cominciare impastare il tutto, evitando che si formino grumi, aggiungendo all'occorrenza un po' di latte. Lavorare bene l'impasto. Inizialmente si appiccicherà molto alle mani, ma via via si farà sempre più liscio ed elastico e si staccherà bene dalle mani, lasciandole pulite e dalle pareti del recipiente. Quando è compatto e liscio e si forma qualche bolla d'aria l'impasto è pronto. A questo punto coprire bene con una coperta o un plaid a doppia piega la terrina e mettere a lievitare in ambiente caldo. La pasta dovrebbe più o meno, raddoppiare di volume. A questo punto mettere abbondante olio in una padella, portarlo e tenerlo a ebollizione a fuoco alto per evitare che le zeppole si impregnino di olio. Inumidirsi le dita e le mani con un pò di latte e formare delle ciambelle, metterle a friggere, una volta dorate scolatele e metterle a scolare su carta da cucina assorbente, spolveratele con abbondante zucchero...

Simpatici pagliacci





Qual è il vostro pagliaccio preferito?

mercoledì 18 febbraio 2009

martedì 17 febbraio 2009

Il gatto selvatico sardo



Gatto selvatico sardo
Felis silvestris lybica
Ordine: Carnivora
Famiglia: Felidae
Nome sardo: 'attu aresti


Arale di distribuzione: La sua presenza in Sardegna è avvenuta in tempi storici attraverso i Fenici, sia trasportato sulle navi a protezione delle scorte alimentari dai ratti sia anche come animale da compagnia.

Identificazione: E’ molto più robusto e forte rispetto ai gatti domestici (lunghezza testa - corpo 47-70 cm) e ha una caratteristica coda, lunga circa metà del corpo, che termina di netto come se fosse tagliata. La testa è rotondeggiante, il muso corto e poco appuntito; occhi grandi e frontali; orecchie dritte, appuntite, terminanti in un ciuffo auricolare caratteristico della forma sarda. Il colore del mantello somiglia a quello del soriano: grigio cenere o grigio giallastro, ha un’ornamentazione nera, striata sul corpo e ad anelli nella coda e nelle zampe.Le strie longitudinali della testa confluiscono in una lunga stria dorsale che termina nella coda; da questa si dipartono quindi le strie trasversali sui fianchi che si confondono con il resto del mantello nella parte ventrale. Differisce dalla specie nominale per i peli dorsali che sono più lunghi di quelli latero-ventrali, la coda meno folta e la presenza dei un ciuffiauricolari.

Habitat ed Ecologia: E’ una specie molto rara, elusiva e difficilmente osservabile. Frequenta quasi esclusivamente gli ambienti forestali, soprattutto di latifoglie, con fitto sottobosco, leccete e macchie fitte,le zone rocciose montane e i valloni più impervi ed accidentati. E’ molto agile e veloce nell’arrampicarsi sugli alberi; attivo soprattutto all’alba e nelle ore crepuscolari, raramente di notte, trascorre il giorno in tana o nascosto tra la vegetazione; si nutre esclusivamente di vertebrati di piccola e media taglia vivi, preferibilmente di roditori selvatici (topi selvatici, topi quercini e ghiri), piccoli passeriformi, rettili e anfibi. La pernice sarda, la lepre ed il coniglio rientrano nella sua dieta nei siti dove sono abbondanti. Una caratteristica del gatto selvatico è quella di graffiare i tronchi degli alberi e degli arbusti sia per affilarsi le unghie sia come segnale territoriale per i conspecifici.

Riproduzione: L’accoppiamento avviene tra febbraio e marzo; la gravidanza dura 8 - 9 settimane e i piccoli, da 2 a 6 nascono nella primavera, tra aprile e giugno. Si rendono indipendenti al terzo mese. Solitamente avviene un solo parto all’anno. E’ una specie solitaria e gli unici momenti di socialità sono l’accoppiamento e le cura parentali.

Longevità: Vive all'incirca 11 anni.

Poesia


Il vento

E' beffardo e curioso
va sui monti e sul mare
è svelto e generoso
nulla lo può fermare.
S'insinua dappertutto
vola insieme agli uccelli
riesce a sapere tutto
e scompiglia i capelli.
E' libero e sorride
entra in ogni avventura
compie mille magie
non ha alcuna paura.
Fa parlare le foglie
porta voci e canzoni
non si cura del tempo
ed è senza padrone.

Mascherine di Carnevale
























Un originale modo per dipingersi il viso per Carnevale.


Attento: Per dipingerti il viso ci sono dei trucchi appositi ( cerone di diversi colori, brillantini, ombretti e rosetti) che vanno comprati in profumeria o al supermercato. Non usare i colori a tempera o a pastelli perché molto pericolosi.

Altra originale mascherina

Occorrente:
  • piatto piano in carta,
  • colori a tempera,
  • pennarello nero,
  • cartoncino rosa chiaro e giallo.

Divertiti a costruire una di queste simpatiche mascherine.
Il procedimento è lo stesso della "mascherina fiore"

Canzone per Carnevale


La canzone delle mascherine

Un saluto, a tutti voi;
dite un po’ chi siamo noi?
Ci guardate e poi ridete?
Oh! mai più ci conoscete!
Noi scherziam senza far male,
Viva, viva il Carnevale!
Siamo vispe mascherine,
Arlecchini e Colombine,
diavolini, follettini,
marinai, bei ciociari
comarelle vecchierelle:
noi scherziam senza far male,
viva, viva il Carnevale!
Vi doniamo un bel confetto,
uno scherzo, un sorrisetto;
poi balliamo
poi scappiamo.
Voi chiedete: Ma chi siete?
Su pensate, indovinate.
Siamo vispe mascherine,
Arlecchini e Colombine,
diavolini, follettini,
marinai, bei ciociari
comarelle vecchierelle:
noi scherziam senza far male,
viva, viva il Carnevale!

Poesie Carnevale


Carnevale

Carnevale, scherzi e balli
con le maschere e gli sballi.
Ecco arriva Pulcinella
sotto braccio con Brighella.
Li raggiunge Pantalone
col suo amico Balanzone,
Beppe Nappa golosone
si presenta col torrone.
Arlecchino e Colombina,
bella coppia birichina.
Meneghino e Rugantino
vanno insieme nel trenino.
Gianduia, gianduiato
preferisce il cioccolato.
Corre forte Scaramuccia
e ci casca sulla buccia.
Sfortunato Stenterello
senza soldi nel cestello.
Viva le maschere italiane
son le più belle del reame.






Carnevale

Che fracasso!
Che sconquasso!
Che schiamazzo,
mondo pazzo!
E' arrivato carnevale
buffo e pazzo,
con le belle mascherine,
che con fischi, frizzi e lazzi,
con schiamazzi,
con sollazzi,
con svolazzi di sottane
e di vecchie palandrane,
fanno tutti divertir.
Viva, viva Carnevale,
che fischiando,
saltellando,
tintinnando,
viene innanzi e non fa male;
con i sacchi pieni zeppi
di coriandoli e confetti,
di burlette e di sberleffi,
di dispetti,
di vestiti a fogge strane,
di lucenti durlindane,
di suonate, di ballate,
di graziose cavatine,
di trovate
birichine!

domenica 15 febbraio 2009

Come sono nati i coriandoli



Durante le sfilate di carrozze, tipiche di molte città, venivano gettati sulla folla mascherata granoturco ed arance, fiori, gusci d'uovo ripieni di essenze profumate, monete..

A partire dal XVI secolo, con i frutti del coriandolo, rivestiti di zucchero, si iniziarono a produrre dei confettini profumati, fatti apposta per essere lanciati dall' alto dei carri mascherati o da balconi e finestre.

Questa usanza, piuttosto costosa, cadde in disuso. I confetti bianchi vennero gradualmente sostituiti da piccole pallottole, di identico aspetto, ma fatte di gesso.

Pare che a Milano, nel XIX secolo, si cominciò a tirare qualcosa di diverso: minuscoli dischetti di carta bianca che al minimo refolo di vento si sollevavano in aria, come se una nevicata ricoprisse i carri che sfilavano.

Narra la leggenda che la geniale trovata fosse dell'ingegner Enrico Mangili, che aveva pensato di usare i dischetti di scarto dei fogli bucherellati che si usavano come lettiere per i bachi da seta. Presto la folla li cominciò a chiamare con il nome con cui ancora oggi li conosciamo: coriandoli.

I coriandoli cominciarono ad essere prodotti a livello industriale e non più come materiale di scarto, utilizzando anche carta colorata.

Originale mascherina

Occorrente:
- piatto piano di carta grande e giallo ,
- cartoncino arancione,
- colori, colla e forbici,
- elastico o filo.

Utilizzare un piatto di cartoncino piano di colore giallo; fare due piccoli fori ai lati e passarvi un elastico che servirà per trattenere la maschera. Posizionare la maschera sul viso, segnare il punto della bocca, naso e la distanza degli occhi e ritagliare.
Ritagliare i raggi e attaccarli sul piatto.
Ecco pronta la mascherina.

Lavoro svolto dagli alunni
















Ogni bambino ha svolto il lavoro di geografia seguendo le indicazioni date.
Tutti si sono impegnati tantissimo e hanno fatto un lavoro ottimo.

giovedì 12 febbraio 2009

Le meraviglie della natura


Anche la natura si sta preparando a festeggiare San Valentino!

Quando ho visto questa foglia di Ficodindia non ho potuto non fotografarla .... la natura fa' delle cose veramente meravigliose.

Auguri di buon Compleanno