Canzone tabelline

sabato 29 novembre 2008




A NATALE PUOI

A Natale puoi
fare quello che non puoi fare mai:
riprendere a giocare,
riprendere a sognare,
riprendere quel tempo
che rincorrevi tanto.
È Natale e a Natale si può fare di più,
è Natale e a Natale si può amare di più,
è Natale e a Natale si può fare di più
per noi:
a Natale puoi.
A Natale puoi
dire ciò che non riesci a dire mai:
che bello è stare insieme,
che sembra di volare,
che voglia di gridare
quanto ti voglio bene.
È Natale e a Natale si può fare di più,
è Natale e a Natale si può amare di più,
è Natale e a Natale si può fare di più
per noi:
a Natale puoi.
È Natale e a Natale si può amare di più,
è Natale e a Natale si può fare di più
per noi:
a Natale puoi.
Luce blu,
c’è qualcosa dentro l’anima che brilla di più:
è la voglia che hai d’amore,
che non c’è solo a Natale,
che ogni giorno crescerà,
se lo vuoi.
A Natale puoi.
È Natale e a Natale si può fare di più,
è Natale e a Natale si può amare di più,
è Natale e a Natale si può fare di più,
è Natale e da Natale puoi fidarti di più.
A Natale puoi
puoi fidarti di più.
A Natale puoi.


lunedì 24 novembre 2008

La storia dell'albero di Natale


In un remoto villaggio di campagna, la Vigilia di Natale, un ragazzino si recò nel bosco alla ricerca di un ceppo si quercia da bruciare nel camino, come voleva la tradizione, nella notte Santa. Si attardò più del previsto e, sopraggiunta l'oscurità, non seppe ritrovare la strada per tornare a casa. Per giunta incominciò a cadere una fitta nevicata.
Il ragazzo si sentì assalire dall'angoscia e pensò a come, nei mesi precedenti, aveva atteso quel Natale, che forse non avrebbe potuto festeggiare. Nel bosco, ormai spoglio di foglie, vide un albero ancora verdeggiante e si riparò dalla neve sotto di esso: era un abete.
Sopraggiunta una grande stanchezza, il piccolo si addormentò raggomitolandosi ai piedi del tronco e l'albero, intenerito, abbassò i suoi rami fino a far loro toccare il suolo in modo da formare come una capanna che proteggesse dalla neve e dal freddo il bambino.
La mattina si svegliò, sentì in lontananza le voci degli abitanti del villaggio che si erano messi alla sua ricerca e, uscito dal suo ricovero, poté con grande gioia riabbracciare i suoi compaesani.Solo allora tutti si accorsero del meraviglioso spettacolo che si presentava davanti ai loro occhi: la neve caduta nella notte, posandosi sui rami frondosi, che la piana aveva piegato fino a terra. Aveva formato dei festoni, delle decorazioni e dei cristalli che, alla luce del sole che stava sorgendo, sembravano luci sfavillanti, di uno splendore incomparabile.
In ricordo di quel fatto, l'abete venne adottato a simbolo del Natale e da allora in tutte le case viene addobbato ed illuminato, quasi per riprodurre lo spettacolo che gli abitanti del piccolo villaggio videro in quel lontano giorno. Da quello stesso giorno gli abeti nelle foreste hanno mantenuto, inoltre, la caratteristica di avere i rami pendenti verso terra.

Storia di Babbo Natale









Rubicondo,simpatico, con una barba lunga bianca, vestito di rosso con una pelliccia bianca ai bordi e stivaloni ai piedi: chi non si immagina cosi il vecchio Babbo Natale? Secondo la tradizione, abita da sempre al Polo Nord e la notte di Natale parte a grande velocità sulla sua slitta, trainata da renne, per raggiungere i bimbi di tutto il mondo e portare loro tanti doni, giocattoli, che lui costruisce insieme ai suoi amici elfi.

Ma dove e quando nasce Babbo Natale? La leggenda narra che tutto cominciò in America, nel 1600, ma in realtà il mito di Babbo Natale ha origine europee e si pensa che la sua identità concida con quella di San Nicola. Nicola nacque nella seconda metà del 200 d.c. in Turchia, a Patara, da una famiglia benestante ed in seguito divenne vescovo di Myra. Molto tempo dopo la sua morte, le sue spoglie vennero trafugate a Bari, città di cui divenne ed è tutt'oggi il Santo Patrono. Fu proprio in questa città pugliese che cominciò a farsi largo l'idea che San Nicola, oltre a salvare gli sfortunati marinai che si imbattevano in pericolose tempeste, portasse doni ai bambini, soprattutto a quelli che se lo meritavano.
Una famosa leggenda che accompagna la vita del Santo racconta che egli aiutò un padre molto povero a maritare tre figlie che altrimenti, senza dote, non avrebbero mai potuto convolare a nozze. Per dare una mano alla fsmiglia caduta in miseria, Nicola buttò infatti per due notti di fila un sacco pieno di monete d'oro dentro una finestra della loro casa, ma laterza sera, trovando la finestra stranamente chiusa, gettò il terzo sacco dal camino, proprio come nella tradizione di Babbo Natale si cala dal camino per portare i regali. Le tre sorelle poterono cosi sposarsi ed essere felici grazie alla bontà e generosità di Nicola.
Tante sono comunque le storie che accompagnano la magica figura di Babbo Natale e le sue presunte origini ed è conosciuto in tutto il mondo, seppur con nomi diversi e anche qualche caratteristica fisica differente.
Per esempio in Francia è magro, alto, indossa zoccoli di legno e viene chiamato Perè Noel; in Inghilterra è Father Chrismas, Julenisse in Scanninavia, Sister Kallas in Olandqa, Sata Claus in America, rappresentato come il nostro Babbo Natale: robusto, barbuto e vestito di rosso, ed infine Saint Nicolas in Svizzera dove porta ai più piccoli sopratttutto dolci e mandarini.

Come si chiamano le renne di Babbo Natale?
Le renne di Babbo Natale sono otto e si chiamano: Cometa, Ballerina, Fulmine, Donnola, Freccia, Saltarello, Donato e Cupido.

Cosa mangia Babbo Natale?
Mangia quello che i bambini gli lasciano la notte di Natale per sfamarsi dopo il lungo viaggio: qualche biscotto, un bicchiere di latte o un pezzo di pane.
Le case da visitare sono cosi tante che di certo non soffre di fame!

Disegni di Natale
















































































Divertiti a scaricare e a colorare questi disegni. Clicca sul disegno per stampare l'immagine scelta.



domenica 23 novembre 2008

Storia del presepe



LA STORIA DEL PRESEPE



Sono gli evangelisti Luca e Matteo i primi a descrivere la Natività. Nei loro brani c'e' già tutta la sacra rappresentazione che a partire dal medioevo prenderà il nome latino di praesepium ovvero recinto chiuso, mangiatoia. Si narra infatti della umile nascita di Gesù', come riporta Luca, "in una mangiatoia perché non c'era per essi posto nell'albergo" (Ev., 2,7); dell' annunzio dato ai pastori; dei magi venuti da oriente seguendo la stella per adorare il Bambino che i prodigi del cielo annunciano già re. Questo avvenimento cosi familiare e umano se da un lato colpisce la fantasia dei paleocristiani rendendo loro meno oscuro il mistero di un Dio che si fa uomo, dall' altro li sollecita a rimarcare gli aspetti trascendenti quali la divinità' dell' infante e la verginità di Maria. Cosi si spiegano le effigi parietali del III secolo nel cimitero di S. Agnese e nelle catacombe di Pietro e Marcellino e di Domitilla in Roma che ci mostrano una Natività e l'adorazione dei Magi, ai quali il vangelo apocrifo armeno assegna i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma soprattutto si caricano di significati allegorici i personaggi dei quali si va arricchendo l'originale iconografia: il bue e l'asino, aggiunti da Origene, , divengono simboli del popolo ebreo e dei pagani; i Magi il cui numero di tre, fissato da S. Leone Magno, ne permette una duplice interpretazione, quali rappresentanti delle tre età dell'uomo: gioventù', maturità' e vecchiaia e delle tre razze in cui si divide l'umanità': la semita, la giapetica e la camita secondo il racconto biblico; gli angeli, esempi di creature superiori; i pastori come l'umanità' da redimere e infine Maria e Giuseppe rappresentati a partire dal XIII secolo, in atteggiamento di adorazione proprio per sottolineare la regalità' dell'infante. Anche i doni dei Magi sono interpretati con riferimento alla duplice natura di Gesù e alla sua regalità': l' incenso, per la sua Divinità, la mirra, per il suo essere uomo, l'oro perché dono riservato ai re. A partire dal IV secolo la Natività diviene uno dei temi dominanti dell'arte religiosa e in questa produzione spiccano per valore artistico.

Il presepio come lo vediamo realizzare ancor oggi ha origine, secondo la tradizione, dal desiderio di San Francesco di far rivivere in uno scenario naturale la nascita di Betlemme, con personaggi reali, pastori, contadini, frati e nobili tutti coinvolti nella rievocazione che ebbe luogo a Greccio la notte di Natale del 1223; episodio poi magistralmente dipinto da Giotto nell'affresco della Basilica Superiore di Assisi. Primo esempio di presepe inanimato, a noi pervenuto, e' invece quello che Arnolfo di Cambio scolpira' nel legno nel 1280 e del quale oggi si conservano le statue residue nella cripta della Cappella Sistina di S. Maria Maggiore in Roma. Da allora e fino alla meta' del 1400 gli artisti modellano statue di legno o terracotta che sistemano davanti a un fondale pitturato riproducente un paesaggio che fa da sfondo alla scena della Natività; il presepe e' esposto all'interno delle chiese nel periodo natalizio. Culla di tale attività artistica fu la Toscana ma ben presto il presepe si diffuse nel regno di Napoli ad opera di Carlo III di Borbone e nel resto degli Stati italiani. Nel '600 e '700 gli artisti napoletani danno alla sacra rappresentazione un’impronta naturalistica inserendo la Natività nel paesaggio campano ricostruito in scorci di vita che vedono personaggi della nobilta', della borghesia e del popolo rappresentati nelle loro occupazioni giornaliere o nei momenti di svago: nelle taverne a banchettare o impegnati in balli e serenate. Ulteriore novità e' la trasformazione delle statue in manichini di legno con arti in fil di ferro, per dare l'impressione del movimento, abbigliati con indumenti propri dell'epoca e muniti degli strumenti di svago o di lavoro tipici dei mestieri esercitati e tutti riprodotti con esattezza anche nei minimi particolari. Questo per dare verosimiglianza alla scena delimitata da costruzioni riproducenti luoghi tipici del paesaggio cittadino o campestre: mercati, taverne, abitazioni, casali, rovine di antichi templi pagani. A tali fastose composizioni davano il loro contributo artigiani vari e lavoranti delle stesse corti regie o la nobiltà, come attestano gli splendidi abiti ricamati che indossano i Re Magi o altri personaggi di spicco, spesso tessuti negli opifici reali di S. Leucio. In questo periodo si distinguono anche gli artisti liguri in particolare a Genova, e quelli siciliani che, in genere, si ispirano sia per la tecnica che per il realismo scenico, alla tradizione napoletana con alcune eccezioni come ad esempio l'uso della cera a Palermo e Siracusa o le terracotte dipinte a freddo di Savona e Albisola. Sempre nel '700 si diffonde il presepio meccanico o di movimento che ha un illustre predecessore in quello costruito da Hans Schlottheim nel 1588 per Cristiano I di Sassonia. La diffusione a livello popolare si realizza pienamente nel '800 quando ogni famiglia in occasione del Natale costruisce un presepe in casa riproducendo la Natività secondo i canoni tradizionali con materiali - statuine in gesso o terracotta, carta pesta e altro - forniti da un fiorente artigianato. In questo secolo si caratterizza l'arte presepiale della Puglia, specialmente a Lecce, per l'uso innovativo della cartapesta, policroma o trattata a fuoco, drappeggiata su uno scheletro di fil di ferro e stoppa. A Roma le famiglie importanti per censo e ricchezza gareggiavano tra loro nel farsi costruire i presepi Più imponenti, ambientati nella stessa città o nella campagna romana, che permettevano di visitare ai concittadini e ai turisti. Famosi quello della famiglia Forti posto sulla sommità della Torre degli Anguillara, o della famiglia Buttarelli in via De' Genovesi riproducente Greccio e il presepe di S. Francesco o quello di Padre Bonelli nel Portico della Chiesa dei Santi XII Apostoli, parzialmente meccanico con la ricostruzione del lago di Tiberiade solcato dalle barche e delle città di Gerusalemme e Betlemme. Oggi dopo l'affievolirsi della tradizione negli anni '60 e '70, causata anche dall'introduzione dell'albero di Natale, il presepe e' tornato a fiorire grazie all'impegno di religiosi e privati che con associazioni come quelle degli Amici del Presepe, Musei tipo il Brembo di Dalmine di Bergamo, Mostre, tipica quella dei 100 Presepi nelle Sale del Bramante di Roma; dell'Arena di Verona, rappresentazioni dal vivo come quelle della rievocazione del primo presepio di S. Francesco a Greccio e i presepi viventi di Rivisondoli in Abruzzo o Revine nel Veneto e soprattutto la produzione di artigiani presepisti, napoletani e siciliani in special modo, eredi delle scuole presepiali del passato, hanno ricondotto nelle case e nelle piazze d' Italia la Natività e tutti i personaggi della simbologia cristiana del presepe.

sabato 22 novembre 2008

Buona visione e consultazione

Buona visione e consultazione

I nostri disegni sui Diritti dei Bambini



















Siamo rimasti molto colpiti dalla lettura della Convenzione dei Diritti dei Bambini e dopo una lunga discussione con l'insegnante e i compagni abbiamo disegnato e colorato questi disegni. Ognuno di noi ha fatto un disegno.




mercoledì 19 novembre 2008

La convenzione sui Diritti dei Bambini





PREMESSA



La Convenzione sui diritti dell'infanzia rappresenta lo strumento normativo internazionale più importante e completo in materia di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia.


La Convenzione è stata approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989 a New York ed è entrata in vigore il 2 settembre 1990. L'Italia ha ratificato la Convenzione il 27 maggio 1991 con la legge n. 176 e a tutt'oggi 193 Stati sono parte della Convenzione.



Il 20 Novembre sarà l'anniversario della Convenzione e in tutta l'Italia ci saranno manifestazioni per ricordare questi importanti diritti..... e sicuramente anche a Tortolì saranno organizzate attività per voi bambini.


In quanto dotata di valenza obbligatoria e vincolante, la Convenzione del 1989, obbliga gli Stati che l'hanno ratificata a uniformare le norme di diritto interno a quelle della Convenzione e ad attuare tutti i provvedimenti necessari ad assistere i genitori e le istituzioni nell'adempimento dei loro obblighi nei confronti dei minori.




GLI ARTICOLI PIÙ IMPORTANTI DELLA CONVENZIONE


  • Tutti i bambini sono uguali ( articolo 2)

I bambini di genitori italiani hanno gli stessi diritti dei bambini africani.

Nessun bambino deve essere penalizzato solo perché ha la pelle di un colore diverso o perché è una ragazza e non un ragazzo.

  • I bambini hanno diritto a un nome appena nascono e di essere registrati all'anagrafe(articolo 7)
  • Ogni persona ha il diritto di esprimere la sua opinione, anche i bambini ( articolo 12)

I pensieri dei bambini sono liberi e essi hanno anche il diritto di esprimerli.

  • Come gli adulti, anche i bambini hanno il diritto ad una vita privata ( articolo 16)

Nessuno può frugare fra le cose di un bambino, leggere i suoi diari o le sue lettere. Nessuno

ha il diritto di parlare male di loro, dietro le spalle.

  • I bambini devono essere protetti ( articolo 19)


  • I bambini handicappati non devono essere degli emarginati ( articolo 23)


  • I bambini devono poter crescere in modo sano ( articolo 24)

I governi devono far in modo che tutti i bambini ricevano la necessaria assistenza medica e sanitaria.

  • I bambini hanno il diritto di imparare e di andare a scuola (articolo 28)


  • I bambini hanno il diritto di giocare ( articolo 31)


  • I bambini devono essere protetti dallo sfruttamento ( articolo 32)


  • I bambini non devono essere torturati ( articolo 37)

Per leggere tutti gli articoli vai sul sito: http://www.unicef.it/










Impara questa bellissima canzone sui diritti dei bambini la puoi ascoltare sul sito:

LA MARCIA DEI DIRITTI
Un-due, un-due, un-due, un-due.
È la marcia dei diritti dei bambini.
Della Carta dei Diritti dei bambini… Marsch!

Ho aperto un libricino
e ho letto che un bambino
da mangiare non ce l’ha.
E c’è chi non ha da bere
con il rischio di morire:
senza acqua come fa?
Ma come fanno, io non ci credo.
Non si può fare, io non ci credo.

Ho sfogliato bene bene
quelle foto di bambine
invecchiate dal lavoro.
E di quelli senza un tetto
e di quelli senza affetto
senza un poco di decoro.
Ma come fanno, io non ci credo.
Non si può fare, io non ci credo. Non si può.

I diritti sono di tutti,
l’ha spiegato la maestra
c’è una carta scritta apposta
per difendere i bambini.
Tutti i capi delle nazioni
hanno fatto le riunioni:
hanno detto e hanno scritto
sui diritti dei bambini
Allora perché? Allora perché?

Quando gioco al girotondo,
penso che su questo mondo
c’è qualcosa che non va.
Che ci sono dei bambini,
sulle strade abbandonati
senza mamma né papà.
Ma come fanno, io non ci credo.
Non si può fare, io non ci credo.

Poi da un’altra parte ancora
c’è chi non può andare a scuola.
Chi giocattoli non ha.
E c’è pure chi si ammala
e gli manca quella cura
che il suo medico non ha.
Ma come fanno, io non ci credo.
Non si può fare, io non ci credo. Non si può.

I diritti sono di tutti,
l’ha spiegato la maestra
c’è una carta scritta apposta
per difendere i bambini.
Tutti i capi delle nazioni
hanno fatto le riunioni:
hanno detto e hanno scritto
sui diritti dei bambini.
Allora perché? Allora perché?
Allora perché?

C’è un bambino che lavora,
chi subisce una tortura.
Chi è venduto come schiavo.
Chi è costretta per le strade
già per vendere l’amore
da qualcuno assai cattivo.
Ma come fanno, io non ci credo.
Non si può fare, io non ci credo.

C’è chi muore appena nato:
non è stato vaccinato.
C’è chi cresce malnutrito.
C’è chi viene emarginato,
c’è chi un handicap ha avuto.
C’è chi viene malmenato.
Ma come fanno, io non ci credo.
Non si può fare, io non ci credo. Non si può.

I diritti sono di tutti,
l’ha spiegato la maestra
c’è una Carta scritta apposta
per difendere i bambini.
Tutti i capi delle nazioni
hanno fatto le riunioni:
hanno detto e hanno scritto
sui diritti dei bambini
Con la Carta, il futuro migliore sarà.

Un-due, un-due, un-due, un-due.
È la marcia dei diritti dei bambini.
Della Carta dei Diritti dei bambini.

Poesie sul Natale





















Ho Sognato




Ho sognato che il Bambino

venne presso il mio lettino

e mi disse dolcemente:

"Per Natale non vuoi niente?"

Io pensai per prima cosa

a te mamma sì amorosa

a te babbo, buono tanto,

e gli dissi:"Gesù santo,

babbo e mamma benedici,

fa' che sempre sian felici!"





Notte santa




Mamma, chi é che nella notte canta
questo canto divino?
Caro, è una mamma poveretta e santa
che culla il suo bambino.
Mamma, m'é parso di sentire un suono
come di ciaramella...
Sono i pastori, mio piccino buono,
che van dietro alla stella..
Mamma, c'é un batter d'ali, un sussurrare
di voci intorno, intorno...
Sono gli angeli discesi ad annunziare
il benedetto giorno.
Mamma, il cielo si schiara e si scolora
come al levar del sole...
Splendono i cuor degli uomini; é l'aurora
del giorno dell'amore.








FILASTROCCA DI CAPODANNO




Filastrocca di capodanno,

fammi gli auguri per tutto l'anno:

voglio un gennaio col sole d'aprile,

un luglio fresco, un marzo gentile;

voglio un giorno senza sera,

voglio un mare senza bufera;

voglio un pane sempre fresco,

sul cipresso il fiore del pesco;

che siano amici il gatto e il cane,

che diano latte le fontane.

Se voglio troppo, non darmi niente,

dammi una faccia allegra solamente.






(Gianni Rodari)






L'albero di Natale


Nel buio tu risplendi a noi

abete di Natale

sui rami tuoi scintillano

le luci colorate.

Dei bimbi gli occhi brillano,

di Dio le luci vedono:

accanto ad un presepe c'è

l'abete di Natale.

Ricoedi a tutti gli uomini

i doni che i pastori

portarono al Bambin Gesù.

La notte di Natale

col cuore pieno di giubilo

li misero sui rami tuoi

per questo festeggiamo te

abete di Natale.








Filastrocca di Natale


Filastrocca di Natale

quante cose posso comprare!

Ho già visto nelle vetrine

fili d'argento, nastri e stelline.

I pandoro e i panettoni

fanno la gioia dei puù golosoni.

Il presepe e l'alberello

rendono tutto ancora più bello.

Ma il Natale

non è questo in fondo,

è vera pace in tutto il mondo

volersi bene, darsi la mano,

sentirsi uniti, andare lontano.








I regali di Natale

Non guardare nei cassetti,

sugli armadi e sotto i letti,

non scartare nessun pacco,

non aprire nessun sacco,

non frugare nelle porte.

Non pigliare il pacchettino

cosegnato dal postino

e non scuoterlo per bene

per sapere che cosa conrtiene:

indagare è sempre male

sui regali di Natale.

non far finta di dormire

per poi startene a sentire

cosa dicono i più vecchi.

Chiudi gli occhi e poi gli orecchi:

è maggiore la sorpresa

dopo "cieca" e "sorda" attesa.






Il vecchio Natale


Mentre la neve fa sopra la siepe

un bel merletto e la campana suona,

Natale bussa a tutti gli usci e dona

ad ogni bimbo un piccolo presepe.

A tutti il vecchio dalla barba bianca

porta qualcosa, qualche bella cosa;

e cammina cammina senza posa;

e cammina cammina e non si stanca.

E dopo aver tanto camminato,

nel giorno bianco e nella notte azzurra,

come le dodici ore, che sussura

la mezzanotte, dice al mondo:

"E' nato!"

martedì 11 novembre 2008

Oggi nasce la nostra prima pagina.



Eccoci qua, benvenuti!

Noi, ragazzi di quarta




Una favolosa grotta sarda


Si consiglia la visione a tutto schermo :

clicca sul rettangolino di fianco alla scritta author stream.

Lo sfondo marino


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