Canzone tabelline

lunedì 24 maggio 2010

L'abbigliamento degli antichi Romani



Gli uomini romani indossavano solitamente la toga, un lungo telo, in genere di lana bianca, drappeggiato sulle spalle e intorno al corpo.
La toga veniva indossata sopra la tunica,un indumento lungo fino al ginocchio senza maniche e stretto alla vita da una cintura.

Anche le donne indossavano la tunica; sopra di essa portavano la stola,un abito lungo fino alla caviglia, con le maniche corte, allacciato sulle spalle da fibbie e munito di cintura. Quando uscivano indossavano un ampio mantello, detto palla, che copriva anche la testa.

La società romana


La società romana era divisa in classi sociali.

I patrizi erano i ricchi aristocratici proprietari di terre. Avevano questo nome perchè erano i discendenti dei patres, i padri fondatori di Roma. Arrivando per primi si erano suddivisi le terre migliori e avevano fatto fortuna. Inizialmente solo i patrizi potevano diventare magistrati o senatori.

I plebei discendevano dalle famiglie arrivate a Roma dopo la sua fondazione. Il loro nome deriva dal termine latino plebs, che significa "moltitudine". Erano contadini, piccoli commercianti e artigiani che esercitavano liberamente il loro mestiere. Non tutti erano riusciti a fare fortuna: molti erano poveri, senza lavoro fisso e vivevano alla giornata.

Gli schiavi erano numerosi e privi di ogni diritto. Nella maggioranza dei casi, erano prigionieri di guerra e potevano essere comprati e venduti. Lavorano nei campi, nelle miniere e come domestici. A volte riuscivano a ottenere la libertà come ricompensa dei loro servizi o alla morte del padrone, diventando "liberti".

Gli dei romani



I dodici dei sono le massime divinità della religione romana. Queste vengono elencate dal poeta Ennio nei suoi Annales, e sono: Apollo, Cerere, Diana, Giove, Giunone, Marte, Mercurio, Minerva, Nettuno, Venere, Vesta e Vulcano. Queste divinità avevano un loro corrispondente nella religione

Apollo

Apollo era il dio della musica, della medicina e della profezia, oltre ad essere il patrono della poesia; era uno dei pochi dei a non avere un suo corrispondente nella religione romana, ed il suo culto venne importato a Roma direttamente dai Greci già in età regia.

Cerere

Cerere è la divinità romana e italica del grano, solitamente rappresentata come una matrona severa e maestosa, tuttavia bella e affabile, con una corona di spighe sul capo, una fiaccola in una mano e un canestro ricolmo di grano e di frutta nell'altra. In età greca era nota come Demetra

Diana

Diana è la dea della caccia e della luna, custode delle fonti e dei torrenti, è considerata anche la protettrice degli animali selvatici. Ella è una delle divinità più importanti della mitologia romana e classica in generale. Equivalente di Artemide nell'età greca

Giove

Giove era la divinità suprema della religione e della mitologia romana: dio latino del cielo equivalente a Zeus nella religione greca e Tinia in quella etrusca. Giove era soprannominato Optimus Maximus ad indicare che era il dio più importante.

Giunone

Giunone era legata al ciclo lunare dei primitivi popoli italici, ed aveva un aspetto materno e matronale. Da identificare come Hera, moglie di Zeus

Marte

Marte è, secondo la mitologia romana classica, il dio della guerra: inizialmente però era il dio della fertilità, della natura, il protettore per eccellenza e dio guerriero, ma non della guerra. Fu anche dio della folgore, del tuono e della pioggia. La sua natura italica lo fa essere un dio "guida" degli uomini, ma venne più tardi associato con la guerra e la battaglia, riprendendo il greco Ares.

Mercurio

Mercurio rappresenta il messaggero degli dei, il dio degli scambi, del profitto e del commercio, il suo nome latino probabilmente deriva dal termine merx o mercator, che significa mercante. Era Hermes in età greca.

Minerva

Minerva è la divinità romana della guerra, e la protettrice degli artigiani. Venne probabilmente importato dagli etruschi, che la chiamavano Menrva. Era chiamata Athena dai greci.

Nettuno

Nettuno era inizialmente il dio delle acque correnti e solo in seguito, intorno al 399 a.C., divenne il dio del mare, trasformandosi nell'equivalente del dio greco Poseidone; Nettuno inoltre veniva identificato con Nethuns, il dio etrusco delle acque dolci e dei pozzi.

Venere

Venere è la dea dell'amore della mitologia greca (Afrodite) e romana.

Vesta

Vesta era la dea del focolare domestico, figlia di Saturno e di Opi, ed al suo culto era dedicato l'ordine delle sacerdotesse Vestali.

Vulcano

Vulcano , noto ai greci come Efesto, era il dio romano del fuoco terrestre e distruttore. Appartiene alla fase più antica della religione romana.

lunedì 17 maggio 2010

Canto XV dell'Iliade ( letto da Alessandra)



Al risveglio, Zeus si accorge dell'inganno in cui è caduto e minaccia una punizione terribile ad Era la quale, terrorizzata, risale all'Olimpo. Zeus intanto manda la dea messaggiera Iri ad intimare a Poseidone di abbandonare la battaglia se non vuole scontrarsi col più potente fratello: Poseidone a malincuore è costretto a ritirarsi. Apollo, incaricato da Zeus di rianimare i Troiani, dà nuovo vigore ad Ettore. Sotto la sua spinta i Teucri travolgono i Greci ed arrivano fino alle navi, decisi ad incendiarle: l'ultima difesa è fornita da Aiace Telamonio che, armato di una trave, tenta di respingere i nemici.

L'Impero romano e il Cristianesimo



Con la fine della dinastia dei Severi, inizia per l'Impero romano un periodo di profondissima crisi, dovuta per altro ai medesimi motivi che erano stati all'origine delle difficoltà dei precedenti decenni (cioè insicurezza fuori e dentro i confini, invasioni, esasperata militarizzazione, incremento delle tasse, diminuzione della produttività, svuotamento delle città e crescita della proprietà fondiaria, ecc.), motivi per di più ora notevolmente aggravatisi.

Dopo un primo momento di disorientamento quasi totale (negli anni che comunemente vengono definiti dell'anarchia militare) vi sarà un riassetto dell'Impero, per merito soprattutto dei due celebri imperatori Diocleziano e Costantino, su basi notevolmente rinnovate.

Con essi inizia così una nuova fase (l'ultima) nella vita dell'Impero, segnata - oltre che da una gestione decisamente diversa della cosa pubblica rispetto agli anni passati, e rispetto alla stessa idea di Impero inaugurata da Augusto - anche dall'affermazione a livello politico e istituzionale del Cristianesimo, di quel movimento religioso cioè che, nato negli ambienti culturali della Palestina, si era da subito distinto dalle tradizioni - estremamente settarie e nazionalistiche - dalle quali era sorto, diffondendosi poi a macchia d'olio in tutto il Mediterraneo e nello stesso Impero romano.

Il periodo storico che andiamo a analizzare, dunque, si divide in due distinte fasi: la prima è quella dell'anarchia militare (236-284), la seconda quella della 'ristrutturazione' della compagine imperiale ad opera di Diocleziano (284-305) e di Costantino (306-337).


- Motivi di fondo (e elementi di continuità) di tutto il periodo

Nonostante si possa suddividere - molto schematicamente - questo lungo lasso di tempo, il cui corso va dal 236 al 337 d.C., in due distinti periodi (cioè il cinquantennio dell'anarchia militare e quello successivo della ristrutturazione dell'Impero), tra tali periodi sussistono anche profondi elementi di continuità, elementi di natura decisamente più sociale e strutturale che politico-istituzionale.

La differenza tra queste due diverse "età" difatti, non risiede tanto nell'essere poste di fronte a differenti problemi, quanto nel modo di affrontarli: mentre tendenza dominante del periodo dell'anarchia militare è il subirli passivamente, il periodo seguente, segnato appunto da un complessivo riassetto politico e istituzionale, cercherà di opporre attivamente a essi dei rimedi, nella consapevolezza che, qualora non vengano risolti, tali problemi finirebbero per minare la stabilità dell'Impero e risultare fatali per la sua stessa sopravvivenza.

Vediamo adesso più in dettaglio quali siano gli elementi problematici:

- in primo luogo, come già si è accennato, vi è un aggravamento ulteriore degli squilibri sociali tra ceti alti (soprattutto fondiari) e ceti medi e bassi, con la conseguente estensione della grande proprietà, parallelamente per altro all'aumento della pressione fiscale (il cui pagamento sempre più spesso avviene in natura), alla crescita numerica degli eserciti e alle sempre maggiori difficoltà per il commercio e per i ceti mercantili e finanziari;

- altro fenomeno sempre più pressante, ma anch'esso non certo nuovo, è quello della divisione interna tra le legioni dell'esercito (fenomeno parallelo per altro alle tendenze separatistiche di molte regioni, sia a ovest, sia a est);

- inoltre, accanto a un tale problema di forze centrifughe - e ovviamente a esso complementare -, si assiste a una massiccia recrudescenza dei tentativi di invasione dei popoli barbarici, sia nelle zone occidentali che in quelle orientali dell'Impero (e, assieme a essi, anche dell'espansionismo del regno neopersiano).

Una simile situazione, che - come si è già detto - provoca inizialmente un forte sbandamento in seno all'Impero, e successivamente un ripensamento delle sue strutture più profonde, si tradurrà in tre 'tendenze' di fondo compresenti nello Stato romano di questi anni:

- favorirà l'affermazione dei militari di professione un po' a tutti i livelli istituzionali - compreso quello supremo -, ovvero in tutte le cariche dell'Impero (a scapito chiaramente dei ceti nobiliari e di quelli finanziari, cioè equestri in senso più classico: i ceti di governo più tradizionali, insomma);

- costringerà i sovrani a dividere sempre più esplicitamente l'Impero in regioni differenti, ognuna governata più o meno autonomamente (decisione suggellata con l'instaurazione della famosa Tetrarchia di Diocleziano);

- e infine indurrà l'Impero, oramai internamente debole e stremato, a cercare il sostegno e l'alleanza di una nuova forza sociale: la nascente Chiesa cristiana.

mercoledì 12 maggio 2010

L'infinito


«Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare»
      (Giacomo Leopardi)

Canto XIV dell'Iliade ( letto da Silvia)


Al risveglio, Zeus si accorge dell’inganno in cui è caduto e minaccia una punizione terribile ad Era la quale, terrorizzata, risale all’Olimpo. Zeus intanto manda la dea messaggiera Iri ad intimare a Poseidone di abbandonare la battaglia se non vuole scontrarsi col più potente fratello: Poseidone a malincuore è costretto a ritirarsi. Apollo, incaricato da Zeus di rianimare i Troiani, dà nuovo vigore ad Ettore. Sotto la sua spinta i Teucri travolgono i Greci ed arrivano fino alle navi, decisi ad incendiarle: l'ultima difesa è fornita da Aiace Telamonio che, armato di una trave, tenta di respingere i nemici.

sabato 8 maggio 2010

8 Maggio 2010 Compleanno di Marco

Caro Marco tantissimi auguri di buon compleanno e buon divertimento.
Maestra Gloria.

Bigliettino d'auguri per la festa della mamma






Canto XIII dell'Iliade ( letto da Jessica)


Approfittando di un attimo di distrazione di Zeus, Poseidone scende ad aiutare i Greci: infonde nuova forza ad Aiace e incoraggia Idomeneo. Quest'ultimo, insieme a Merione, assale l’ala destra troiana e miete molte vittime. Ettore, avvisato di ciò da Polidamante, si distacca dal centro della schiera, dove stava fronteggiando gli Aiaci, e soccorre l’esercito in difficoltà. Quindi torna nuovamente al centro per un corpo a corpo con Aiace Telamonio.

mercoledì 5 maggio 2010

Disegni festa della mamma





Cippì


Come promesso ecco la foto del canarino che abbiamo adottato e salvato a inizio dell'anno scolastico.Vi ricordate di Cippi? Cippi è un simpatico canarino che canta allegramente a tutte le ore, soprattutto quando è felice.

Altro lavoretto per la festa della mamma


Questa simpatica coccinella può essere una calamita per tenere i messaggi oppure aggiungendo un gancetto può diventare un portachiavi portafortuna.

Materiale:
  • un panetto piccolo di das;
  • colori acrilici bianco, rosso e nero,
  • uno stuzzicadenti;
  • calamita o gancetto.

Lavoretto per la festa della mamma





Materiale per la creazione:
  • conchiglie di varie dimensioni;
  • una pietra per la basse;
  • colla vinilica;
  • pinzette.
Questo bellissimo fiore, fatto con delle piccole conchiglie, può essere accompagnato da un semplicissimo bigliettino d'auguri scritto da voi con tanto amore.

Biografie e autobiografie


Le biografie sono testi che narrano la vita di personaggi realmente esistiti basandosi su testimonianze o documenti.
Il testo autobiografico invece l'autore è narratore e protagonista; i fatti narrati sono ricordi che appartengono alla sua vita. I personaggi esistono per davvero o sono esistiti, quindi sono reali. Il tempo è ben preciso: l'autore, spesso, riporta nel racconto le date esatte degli avvenimenti che si sono verificati. A volte, i fatti si intrecciano alle vicende della storia e i luoghi sono reali.
La narrazione è accompagnata da riflessioni personali suscitate da ricordi evocati.

Ricorda
L'autobiografia è un testo in cui il protagonista narra, in prima persona, episodi della propria vita. Nell'autobiografia, l'autore racconta episodi importanti della propria vita ed esprime i sentimenti e le emozioni che ha provato.

La biografia è u testo in cui l'autore racconta, in terza persona, la vita di personaggi noti o di episodi significativi di persone comuni. La biografia viene scritta da altre persone non dal protagonista.

Il Molise


Il Molise è una regione dell'Italia meridionale, con una popolazione che si aggira intorno ai 320.360 abitanti. Il capoluogo è Campobasso. Confina con l'Abruzzo, il Lazio, la Campania, la Puglia ed il Mar Adriatico.

Il Molise è l'unica regione italiana nata dalla divisione di 2 regioni. Fu istituita nel 1963, per distacco dall'antica regione Abruzzi e Molise, diventando la ventesima regione d'Italia, dapprima con la sola provincia di Campobasso e dal 1970 anche con la provincia di Isernia. In realtà la Regione Abruzzi e Molise, intesa come istituzione, come tutte le regioni a statuto ordinario non era mai stata attivata e dunque le due regioni hanno cominciato a funzionare autonomamente dal 1970.

Geografia

La superficie della regione è divisa quasi equamente tra zone di montagna, il 55,3% del territorio, e zone collinari, del 44,7% del territorio. La zona montuosa si estende tra l'Appennino abruzzese e l'Appennino Sannita. I Monti della Meta (2241 m) formano il punto d'incontro della linea di confine tra il Molise, l'Abruzzo e il Lazio. Poi ci sono i Monti del Matese che corrono lungo il confine con la Campania e raggiungono i 2050 metri con il monte Miletto. A oriente, la zona del Subappennino (Monti dei Frentani) digrada verso il mare con colline poco ripide e dalle forme arrotondate. Le aree pianeggianti sono poche e di piccole dimensioni: la piana di Bojano nel Molise centrale, ad occidente invece si trova la piana di Venafro li dove le montagne e le colline pian piano lasciano il posto alla pianura. Il clima è di tipo semi-continentale, con inverni generalmente freddi e nevosi ed estati calde e afose. Sulla costa il clima è più gradevole, man mano che si procede verso l'interno l'inverno diventa via via più rigido e le temperature si abbassano notevolmente . Anche l'estate risulta più gradevole sulla costa dove spesso soffiano brezze che rendono più dolci i mesi caldi.


Le coste

Per 40km il Molise è bagnato dall'Adriatico. La costa è bassa e sabbiosa soprattutto per il promontorio di Termoli, al cui riparo è stato costruito il porto artificiale da dove partono navi per le Isole Tremiti e la Croazia.Il Porto di Termoli è l'unico del Molise. Lungo le coste ci sono anche alcune fasce pianeggianti, larghe non più di qualche chilometro. La formazione di dune litoranee causava il ristagno delle acque dei torrenti con la conseguente formazione di paludi, da qualche tempo però eliminate con opere di bonifica.

I fiumi

I fiumi principali della regione sono il Trigno, il Biferno, che scende dal Matese e il Fortore, che sfocia nel territorio pugliese. Hanno tutti carattere torrentizio: con lo scioglimento delle nevi a primavera e con le piogge invernali si arricchiscono; d'estate invece inaridiscono e il loro greto si riduce drasticamente. Fa eccezione il Biferno che nasce da una sorgente nel paese di Bojano. Le sue sorgenti danno copiosissime acque tanto che si ritiene che se non sfruttate la portata del fiume sarebbe seconda al solo Po . Scorre in Molise anche l'alto corso del Volturno, (il Volturno è, con una lunghezza di 175 km e un bacino esteso per 5.550 km², il principale fiume dell'Italia meridionale sia per lunghezza sia per portata e nasce in Molise dai monti della Meta, la parte più meridionale dell'Appennino abruzzese) che riceve le acque delle campagne d'Isernia e della piana di Venafro (rio san bartolomeo)per poi entrare in Campania e sfociare nel Golfo di Gaeta. Le sorgenti forniscono acqua anche a Campania, Puglia e Abruzzo.

Augusto Ottaviano

Caio Giulio Cesare Ottaviano Augusto regnò per 40 anni, dal 31 a.C. al 14 d.C.
Fu un periodo di pace in cui si sviluppò l'economia e fiorirono l'arte e la cultura. Egli realizzò alcune importanti riforme per migliorare il funzionamento dello stato. Riorganizzò il governo delle province; modificò il sistema fiscale per renderlo più efficiente e più giusto. Istituì la guardia armata imperiale: i pretoriani, soldati scelti che restavano a Roma e che avevano la funzione di scorta personale dell'Imperatore, ma che svolgevano anche compiti di polizia per garantire l'ordine in città. Ottaviano emanò anche leggi per frenare il lusso, poiché pensava che Roma dovesse tornare agli antichi valori morali.

L'Impero romano

Alla morte di Cesare si aprì il problema di chi sarebbe stato il successore, cioè di chi avrebbe governato Roma. Per alcuni anni ripresero le lotte del potere, fino a quando il nipote di Cesare, Ottaviano, ottenne le simpatie del Senato, dei patrizi e dei plebei.
Nel 27 a. C. il Senato gli concesse il titolo di Augusto Imperatore. Egli divenne padrone unico di Roma, capo assoluto dello Stato; fu nominato console, censore, pontefice massimo, tribuno e imperatore.
Con l'anno 31 a.C. incominciò un nuovo periodo della storia romana, il periodo imperiale, che durò fino al 476 d.C..
Il regno di Ottaviano Augusto durò dal 31 a.C. al 14 d.C.: in questo periodo egli portò a compimento le riforme già iniziate da Cesare e trasformò il mondo romano in uno Stato ordinato e pacifico.
L'impero romano raggiunse la sua massima espansione nell'età di Traiano nel 117 d.C.. Questo imperatore compì due importanti imprese: conquistò la Dacia, oltre il confine del fiume Danubio, per allargare i confini e sfruttare le miniere d'oro scoperte nella regione; estese il dominio romano in Asia.
L'impero romano riunì sotto il proprio dominio gran parte del mondo conosciuto nell'antichità. Pensate che oggi quel territorio appartiene a 40 Paesi differenti.
I Romani organizzarono un territorio vastissimo dove tutti i sudditi, anche se di religioni e abitudini differenti, condividevano lo stesso capo, cioè l'imperatore, le stesse leggi, lo stesso esercito, la stessa moneta e la stessa lingua, il latino.
I Romani furono tollerati nei confronti dei popoli sottomessi perchè sapevano che la crudeltà o la prepotenza avrebbero potuto mettere in pericolo l'unità dell'Impero e la sua stessa sopravvivenza.

lunedì 3 maggio 2010

4 Maggio 2010 Compleanno di Mattia


Caro Mattia tantissimi auguri di buon compleanno e cento di questi giorni.

Maestra Gloria