Canzone tabelline

mercoledì 3 febbraio 2010

Il Carnevale di Ovodda



Una delle caratteristiche principali di questo carnevale è che si celebra nel giorno in cui nel resto della Sardegna, e del mondo cattolico, si inizia la Quaresima, col mercoledì delle ceneri ovvero su 'Mehuris de Lessia'.
Invece a Ovodda questo è il giorno in cui l'anarchia regna. Infatti questo carnevale barbaricino non segue un percorso fisso e non ha un'organizzazione prestabilita. Le maschere girano per il paese, si incontrano si disperdono per tutta la giornata, fino all'incontro serale nella piazza princilape del paese.

E il suono di un campanaccio a dare l'avvio ai festeggiamenti e al pellegrinaggio per il paese di 'Don Conte', un fantoccio antropomorfo maschile, ma a volte ermafrodito che indossa una larga tunica colorata da cui traspare una grossa pancia fatta di stracci. Il volto, che può cambiare di anno in anno, viene realizzato con scorze di sughero o cartapesta. Caratteristica che ridicolizza Don Conte è la presenza di genitali accentuati che, assieme alla pancia smisurata, gli conferiscono un aspetto ridicolo.

Don Conte è la rappresentazione di un tiranno del paese che fu giustiziato dalla folla, che ripete il rito di anno in anno, per non dimenticare che Ovodda non si fa piegare dalla tirannia!
Pertanto si capisce che la triste fine di Don Conte è quella di venir vessato per tutto il giorno, per poi finire giustiziato, bruciato e lanciato da una scarpata a fine della festa.

Le maschere di Ovodda sono 'Sos Intintos', uomini dalla faccia imbrattata di fuliggine, generalmente vestiti con degli stracci. Alcuni di loro chiamati 'Intinghidores', imbrattano con il'zinziveddu, polvere di sughero bruciato, il viso di coloro che incontrano lungo il cammino, facendo si che chiunque venga imbrattato possa partecipare ai festeggiamenti con cui si accetta il caos e l'anarchia.

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