Canzone tabelline

domenica 1 febbraio 2009

Le tradizioni sarde sul Carnevale



Il secolare Carnevale di Mamoiada è decisamente il più carico di mistero. Ne sono protagonisti i tradizionali mamuthònes e issochadòres. I primi portano sul viso una maschera lignea tragica (sa bisèra), che vuole esprimere la fatica ed il dolore, mentre l’abbigliamento ha un significato simbolico: la mastruca (giacca di pelli del pastore) ed i pantaloni bianchi, cui fanno da contrasto il fazzoletto attorno al collo ed una corta gonna di lana nera. Virilità e femminilità, che si accoppiano e risaltano nonostante i pesanti grappoli di campanacci sulle spalle. I secondi indossano pantaloni di velluto scuro, camicia bianca, corpetto rosso e cappello; sono dotati dell’inseparabile soca, una lunga fune di giunco che usano come lazo. Anticamente gli issochadòres erano abbigliati in modo diverso: pantaloni e camicia bianchi, corpetto rosso rovesciato, scialle policromo attorno alla vita. In genere, i mamuthònes sono persone di una certa età, mentre gli issochadòres sono giovani.
I mamuthònes sfilano per le strade del paese con un passo pesante, quasi avessero i piedi incatenati. All’unisono portano avanti il piede sinistro dando un colpo con la spalla destra; poi fanno il contrario. Ogni tanto compiono tre passi rapidi per ricadere a terra più pesantemente. Il tutto accompagnato dal ritmo dei campanacci che contribuiscono a rendere lugubre la marcia, quasi procedessero fatalmente verso un destino tanto triste quanto ineluttabile. Nessuno di essi si azzarda a parlare, cosicché il fascino della sfilata è affidato interamente alla gestualità. Gli issochadòres, invece, lasciano trasparire la gioia, mentre si spingono in ogni direzione tentando di prendere al laccio gli spettatori.
In complesso, una drammatica pantomima che richiede vinti e vincitori: i vinti sono i mamuthònes; a vincere sono gli issochadòres che, propiziando l'imminente primavera, sottolineano il legame con la vita agro-pastorale. La sfilata, infatti, è certamente un rito augurale all'arrivo della buona stagione. Ad essa non partecipa Iuvànne Martis, il fantoccio che compare la sera del martedì grasso nella piazza dove tutti ballano; nessuno può rifiutare un invito, anche se viene dal peggior nemico. Musica e danze si interrompono al sopraggiungere dei mamuthònes.

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